Giovedì abbiamo visto una delle versioni più emozionanti e belle della Roma mourinhana. In uno stadio fantastico, con un pubblico commovente, la Roma si prende l’ennesima semifinale europea degli ultimi anni quando tutto sembrava perso. Ma il prezzo da pagare è altissimo: prima Wjinaldum, poi Smalling devono abbandonare il terreno di gioco per colpa di due infortuni muscolari.
I tempi di recupero saranno piuttosto lunghi: due settimane per l’olandese e tre per l’inglese, si spera di averli a pieno regime per la semifinale di ritorno contro il Leverkusen. Più dell’olandese peserà l’ assenza del mastino inglese, capace da solo di reggere la difesa della Roma e ce ne siamo accorti, sia contro il Feyenoord che contro l’Atalanta, quanto possa pensare la sua assenza.
Già nella tiratissima gara contro la squadra di Rotterdam la Roma ha subito il gol proprio nel momento in cui ha perso il suo miglior difensore e anche a Bergamo non è andata meglio. Ovviamente le cause della sconfitta con la “Dea” non sono da attribuirsi solamente all’assenza pesante del centrale britannico e del centrocampista “orange” ma, chi conosce bene la storia della Roma, poteva immaginare perfettamente come sarebbe andata la partita.
Lunedì, ogni romanista di buona volontà, sentiva puzza di bruciato: una partita estenuante, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, giocata soltanto quattro giorni prima. Una vittoria meravigliosa e, soprattutto inebriante, conquistata sul filo di lana quando ormai sembrava tutto perso, una semifinale di Europa League appena conquista e la certezza di giocarla contro un avversario in ripresa è vero, ma tutto sommato abbordabile , gli infortuni di due pilastri come Smalling e Wjinaldum.
Troppe cose perché la Roma potesse arrivare concentrata a dovere su questa partita, carica sia dal punto di vista fisico che mentale e poi, anche se l’Atalanta non è più la squadra che negli anni scorsi ha incantato, una sconfitta a Bergamo si può anche metterla sulla tabella di marcia.
Il vero problema della partita di lunedì non è stata la sconfitta tanto, a quanto sembra, le protagoniste di questa folle corsa alla Champions League stanno facendo una sorta di corsa del gambero, o della lumaca: vince chi resta indietro, quindi le occasioni continueranno ad arrivare.
Il problema sono gli ulteriori infortuni che si sono palesati durante il match: mentre per Dybala sembra ci sia cauto ottimismo, per Llorente il guaio potrebbe essere più grave. Mourinho nel post partita, scherzando, con Totti aveva dichiarato che avrebbe potuto convocare Aldair ( per altro il brasiliano ha risposto su Instagram rendendosi, scherzosamente, disponibile) in realtà senza lui e Smalling, i difensori della Roma sono ridotti all’osso.
Ci sarebbe Kumbulla ma l’albanese non da grosse certezze, soprattutto dopo la follia su Berardi, e comunque, anche se giocasse, non ci sarebbero cambi di livello in panchina. Si potrebbe adattare Cristante e tenere il numero 24 in panchina come prima alternativa, infondo non sarebbe la prima volta che l’ex atalantino verrebbe schierato in quel ruolo ma, tutto sommato, Mourinho potrebbe ridisegnare l’assetto tattico della squadra.
Sarebbe così strano se nelle prossime partite vedremmo un ritorno alla difesa a quattro, con Rui Patricio in porta, Zalewski a destra, Mancini e Ibanez centrali e Spinazzola a sinistra. Matic e Cristante a centrocampo, Dybala e Pellegrini e El Shaarawy dietro a Abraham.
Sicuramente sarebbe uno schieramento che garantirebbe equilibrio e fantasia alla Roma e, dato che l’avventura del tecnico di Setubal nella capitale è iniziata proprio all’insegna di questo modulo, sarebbe già conosciuto alla maggior parte dei giocatori in rosa. Proprio con Pellegrini voglio chiudere: per mesi Lorenzo è stato criticato, insultato e umiliato da quelli che si professano tifosi della Roma, adesso si sta prendendo la sua grande rivincita.
Per carità, lungi da me dire che non si possa criticare Pellegrini, come qualsiasi altro giocatore della Roma, ma è l’insulto, il meme idiota, la risatina cretina del romanista di ultima generazione a risultarmi indigesta. Il carro riparte, ma questa volta è già tutto pieno.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – di Alessandro Nardi