Stiamo veramente per dire addio alle barriere?
“Lo auspico, ma aspetto di vedere il fatto compiuto. Il sistema delle barriere non ha funzionato. Se il desiderio di chi le ha proposte era quello di riempire gli stadi con la storiella delle famiglie è evidente che qualcosa non sia piaciuto. Se allo stadio ci si va preferendo le tribune a una poltrona comoda è perché deve trovare confortevole un certo ambiente. Prima che il danno sia irreparabile, spero che questo provvedimento venga preso. Di multe, ultimamente, non ne sono arrivate più. Se si vuole colpire chi cerca di sostenere la propria squadra in modo arrivo si è sulla strada sbagliata. Se queste due combinazioni si uniranno – multe e rimozione barriere – torneremo ad avere uno stadio colorato”.
Qualora venisse confermata la decisione al tavolo di martedì, avrebbe vinto la protesta della Sud? “Non parlerei proprio di vittoria, non ci sono né vinti né sconfitti. È l’economia che regola certi sistemi. Si tratta di decisioni molto complesse per un panorama come la Sud. Io auspico che possa avvenire. Spero che ci sia una grande spinta al rientro. Ma il danno è stato comunque fatto, molte persone si sono disamorate o stufate dello stadio. Il percorso di riaffollamento dello stadio sarà molto lungo”.
La Roma? “Mediaticamente si è mossa in una seconda fase, inizialmente ha lavorato sotto traccia. Ma certi processi si risolvono solo nel lungo periodo”.