Comincia la settima stagione da quando è tornato alla Roma, la terza da capitano, dopo essere stato promosso da Fonseca, che qualche mese prima tolse la fascia ad Edin Dzeko. Lorenzo Pellegrini la comincia in tribuna, a causa di una squalifica che lo costringerà a saltare la partita di esordio con la Salernitana, ma durante l’estate si è preparato per farsi trovare pronto.
Ha lavorato in silenzio, cominciando in anticipo durante le vacanze, con il preparatore personale a Forte dei Marmi. Vuole scrollarsi di dosso le inquietudini di un anno fa ed è convinto di poter dimostrare sul campo di essere sempre determinante per la sua Roma. Viene da una stagione tormentata dagli infortuni, ha giocato spesso stringendo i denti, in condizioni approssimative. All’inizio del campionato ha avuto un infortunio muscolare che lo ha frenato, alla fine invece una distorsione alla caviglia nella partita di ritorno contro il Bayer Leverkusen, con una ricaduta quattro giorni dopo contro la Salernitana. Pellegrini è stato costretto a giocare la finale di Budapest con un’infiltrazione.
Finalmente è tutto superato, Lorenzo è carico, durante l’estate ha rifiutato una ricchissima offerta degli arabi, perché il suo obiettivo è vincere un altro trofeo con la Roma e proseguire la sua carriera in giallorosso. A centrocampo cresce la concorrenza con gli arrivi di Aouar, Paredes e Renato Sanches, si aggiunge qualità nel reparto più attrezzato della squadra, nonostante le partenze di Matic, Wijnaldum e Camara. Lorenzo è l’unico giocatore in rosa ad aver incrociato Paredes nella sua prima esperienza in giallorosso: era il 2014-2015, quando Garcia lo fece esordire in serie A.
Mourinho può fare molte rotazioni in mezzo al campo, ma la coppia di mezzali titolari più accreditata sembra essere quella formata da Pellegrini e Aouar. Lorenzo già nella seconda parte della passata stagione aveva giocato prevalentemente dietro a Dybala, dedicandosi di più alla fase difensiva, anche se questo non gli consente sempre di arrivare lucido sotto porta. Il capitano con gli inserimenti sa essere pericoloso anche in zona gol: nel 2021-22 aveva stabilito il suo primato di reti firmate: 14, mentre nella passata stagione si è fermato a 8, con 9 assist. A 27 anni appena compiuti questa può essere l’annata della definitiva consacrazione.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo
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