Non è solo una questione di gioco, di numeri, di reparto. Non è solo una questione di crampi o di stanchezza, anche se domenica Belotti e El Shaarawy sono usciti stravolti. E non è neppure, solo, una questione che riguarda l’infortunio di Tammy Abraham perché anche prima che l’inglese si infortunasse la Roma faticava in fase offensiva. Non a caso, José Mourinho, da mesi, aveva deciso che l’attacco della Roma aveva bisogno di qualcosa in più. E anche di qualcuno, per segnare più gol e avere maggiori alternative. Aouar, in questo senso, aggiunge fantasia a Pellegrini e Dybala, ma non basta.
I numeri lo certificano: la Roma infatti ha vinto solo 2 delle ultime 12 partite tra la scorsa e l’attuale stagione, segnando 12 gol (media di una rete ogni 90′). In più la squadra ha mancato il successo in quattro delle ultime cinque partite di campionato all’Olimpico, con tre pareggi e una sconfitta, subendo otto gol nel parziale e senza mai mantenere la porta inviolata. Un dato che fa riflettere, visto che i giallorossi avevano vinto sette delle otto precedenti gare interne di Serie A (un pari solo contro il Sassuolo), incassando appena quattro reti e collezionando ben sette clean sheet.
La doppietta di Belotti (tripletta se non gli fosse stato annullato il primo gol per pochi centimetri) è un ottimo punto di partenza, ma non basta. La Roma ha bisogno di un altro attaccante che vada in doppia cifra, soprattutto quando inizieranno le coppe e Dybala non dovrà essere costretto a giocare sempre. Mourinho, poi, ha bisogno di ritrovare il miglior Pellegrini anche in fase offensiva: nella prima stagione con il portoghese ha segnato 13 reti, lo scorso anno cinque in meno. El Shaarawy rappresenta una garanzia, l’assenza di Abraham un peso che si farà sentire perché comunque, in due anni, ha messo insieme 36 reti. Non un numero esagerato, ma neppure poche.
La prima giornata di campionato, poi, ha dimostrato quanto le prime punte siano ancora determinanti: ha segnato Osimhen, ha segnato Lautaro, ha segnato Immobile, tanto per fare qualche nome. E ha segnato anche Belotti, togliendosi di dosso polvere e cattivi pensieri. Per non farli fare a Mourinho, adesso, serve che Pinto chiuda quanto prima per l’attaccante e che, nel frattempo, tutti si diano da fare per essere più concreti la davanti. Il campionato non aspetta. Per non parlare delle coppe.
FONTE: Il Corriere dello Sport – C. Zucchelli
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