“Meglio due feriti che un morto”. Il saggio porta la firma di Roberto Pruzzo uno che di derby ne ha giocati, vinti e persi parecchi: una verità assoluta alla quale si sono subito accodati di e tecnici di Roma e Lazio tra scaramucce prima e effusioni dopo. Così, il derby numero 159 di campionato della Capitale, finisce a tarallucci e vino, o meglio a baci e abbracci tra Sarri e Mourinho. Alla fine un pareggio va bene a tutti e non fa danni in una stagione che è chiaramente al di sotto delle aspettative per entrambe le squadre della Capitale. Il bilancio di questo primo squarcio di campionato dice che Roma e Lazio hanno entrambe sette punti in meno rispetto alla stessa giornata della scorsa stagione.
Sarà mica perché la Lazio ha dato via senza sostituirlo tale Milinkovic, oppure perché la Roma non è riuscita a capire che Smalling era tutt’altro che recuperato e invece di correre ai ripari come si deve si è accontenta di N’Dicka!? Qualcuno avrebbe dovuto pensarci prima, ma così non è stato e in questo momento del campionato le due romane hanno quasi venti (19) punti in meno rispetto alle milanesi: che qualche anno fa stavano dietro e pure di tanto. Così all’Olimpico ha vinto la paura, perché era molto più importante non perderlo questo derby d’autunno: e alla fine è andata proprio in questo modo al termine di una partita che si è accesa solo a tratti e nella quale la tensione l’ha fatta da padrona. Un tempo per parte con Massa che annulla un gol a Cristante (migliore dei suoi) e Luis Alberto che centra un palo dopo i primi diciotto minuti tutti di marca giallorossa.
Poco dopo Rui Patricio tiene in gara i suoi con una gran parata sempre sul Mago che poi sparerà alto da due passi a ridosso dell’intervallo: il meglio della Lazio finisce la. Nella ripresa cresce la Roma, Dybala fa un paio di numeri dei suoi, Lukaku riesce ad andare in progressione una sola volta, ma è ancora la Lazio a impegnare da fuori Rui Patricio: la botta porta la firma di Vecino appena entrato e che due minuti dopo lascerà il campo per infortunio. Ecco, gli infortuni sono stati un’altra chiave di lettura della serata anonima e senza vincitori, perché i giallorossi oltre al già detto Smalling divenuto ormai un oggetto misterioso hanno dovuto fare a meno di capitan Pellegrini regista assoluto di questa squadra e Sarri ha rinunciato a Zaccagni che avrebbe potuto essere un’alternativa più che valida in attacco: entrambi mal messi fisicamente.
Inoltre col passare dei minuti le fatiche di coppa si sono fatte sentire sulle gambe dei giocatori: soprattutto su quelle dei romanisti che hanno avuto due giorni in meno per recuperare. E a un certo punto le squadra hanno cominciato a pensare al risultato finale, accontentandosi di un pareggio che a conti fatti non fa male a nessuno. Il triplice fischio di Massa è arrivato come manna dal cielo per buona parte delle due tifoserie e infine anche per i giocatori in campo. Meglio un punto in classifica che due settimane di sfottò, agonie morali e ritiri forzati. Ora, dopo questo turno di campionato, si va in pausa per gli impegni delle nazionali, Roma e Lazio perderanno molti pezzi pregiati e avranno però modo di tirare il fiato prima dell’ultimo strappo dell’anno. Alla ripresa Sarri andrà a Salerno per sfidare Pippo Inzaghi &Co., La Roma all’Olimpico aspetterà l’Udinese. Ma prima un po’ di meritato riposo.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini