“Sento sempre la voglia e la responsabilità professionale, un orgoglio, ma qui c’è qualcosa di più. Questa gente ti fa avere una temperatura diversa nella tua pelle. Io amo questa gente, e per questo motivo non ho nessun tipo di problema a dire che la Roma è molto speciale per me, nella mia carriera”. Così José Mourinho nell’altro estratto dell’intervista alla Rai pubblicato ieri. Una dichiarazione d’amore pura, di passione e dedizione per il proprio lavoro in un ambiente che per lo Special One rappresenta e rappresenterà sempre una tappa importante. Una storia d’amore che può ancora presentare diversi capitoli, ma che in ogni caso il tecnico vuole chiudere col lieto fine, come ci ha tenuto a ribadire quando gli hanno chiesto della finale di Dublino.
“Il nostro spogliatoio è molto unito, ma sia io che la Roma siamo troppo criticati, basti pensare a chi ha definito “facile” il nostro percorso dello scorso anno in Europa League”. Ci tiene il tecnico portoghese a difendere il suo gruppo, quello a cui ha promesso di restare e che pur non essendo perfetto lo esalta e lo emoziona. È un Mourinho duro con chi critica, seppur col sorriso. Non ama vedere il proprio lavoro non riconosciuto, e allora sottolinea con fierezza come le avversarie che i giallorossi ha incontrato sono tutte in Champions, eccetto il Bayer che però domina in Germania. C’è spazio anche per una riflessione sul futuro: “L’Arabia? Penso che un giorno ci andrò. Ma quando dico ‘un giorno’ non intendo domani o dopodomani”.
Per un Mou che si racconta ce ne è un altro che sorride a metà dopo i primi allenamenti successivi alla sosta per le nazionali. Pellegrini sta bene: ha recuperato dalla lesione al flessore della coscia destra e dopo la convocazione strappata per il derby punta ad una maglia da titolare contro l’Udinese. Chi invece rischia di non esserci è Renato Sanches. Dopo un paio di settimane di lavoro con il gruppo e manciate di minuti sparsi tra Lecce, Slavia Praga e Lazio, il portoghese si è fermato di nuovo. Da lunedì non si allena con i compagni e fa tremare il tecnico. Nessuna lesione dopo l’affaticamento accusato, e da Trigoria rassicurano il suo ritorno in gruppo già in settimana.
Ma la convocazione con l’Udinese resta difficile con massimo due sedute nelle gambe. In ogni caso, a far scattare l’allarme sono le continue ricadute muscolari e, soprattutto, la difficoltà a tenere i ritmi della squadra che di conseguenza non gli permette di giocare con continuità. L’incognita era viva già in estate, e seppure Tiago Pinto ci ha tenuto a prendersi la responsabilità dell’affare col Psg, ora Mourinho si ritrova costantemente con un centrocampista in meno. Tra l’altro quello che teoricamente dovrebbe garantire fisicità e cambio di passo. L’attesa continua, sperando che l’allarme non si trasformi in dramma.
FONTE: Il Tempo – L. Pes