Era presente anche Mourinho, naturalmente, quando Tiago Pinto ha annunciato alla squadra il suo addio a fine gennaio. Un applauso a fine discorso, il cinque con il gm prima di concentrarsi nuovamente sul campo e sulla preparazione della sfida contro l’Atalanta, sempre con l’emergenza difesa, prima di tuffarsi sul derby conquistato tra le mille difficoltà di una squadra stravolta da infortuni e indisponibilità.
L’addio di Tiago Pinto non è un’indicazione sul futuro del tecnico che ancora sta aspettando segnali dalla proprietà, attualmente concentrata soprattutto sull’individuazione del prossimo direttore sportivo. Non è quindi escluso che dopo l’annuncio della prossima figura dirigenziale non possa arrivare anche qualche novità legata alle sorti della panchina giallorossa.
Spettasse ai tifosi la decisione, Mourinho resterebbe il tecnico della Roma per acclamazione. Per ciò che ha dimostrato sul campo, ma anche per ciò che ha dimostrato fuori. Quindi il rispetto per il club con gli svariati no alle offerte arrivate sul suo tavolo in questi anni: dal Real Madrid (quando aveva la parola con la Roma, ma non aveva ancora firmato il contratto), alla panchina del Portogallo poco più di un anno fa, fino alle lusinghe faraoniche dell’Arabia Saudita. Poi il Brasile.
Mourinho ad alta fedeltà. Altro gesto apprezzato dai tifosi, altro segnale mandato ai Friedkin che devono registrare l’umore popolare e regolarsi di conseguenza. Non è detto che si lascino influenzare dal consenso quasi plenario per l’allenatore ma almeno si porranno il problema prima di decidere. È probabile che i proprietari del club sbarchino a Roma entro domenica non solo per lavorare insieme a Souloukou sulla transizione tra vecchio e nuovo direttore sportivo ma anche per osservare il rendimento della squadra nel prossimo trittico di partite da incubo tra Atalanta, Lazio e Milan.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida, J. Aliprandi