A Trigoria torna il sorriso, ma c’è da lavorare. E il primo a saperlo è proprio De Rossi che già nell’immediato post partita del suo esordio sulla panchina giallorossa contro il Verona ha ammesso le responsabilità della squadra (e le sue ovviamente) per un secondo tempo non all’altezza. Si è visto qualcosa, anche più di qualcosa, del calcio che ha in mente Ddr, soprattutto nei primi quarantacinque minuti. “Un po’ Spalletti, un po’ Luis Enrique” aveva lasciato intendere nella conferenza stampa della vigilia.
E dalla teoria si è passati subito ai fatti: difesa a quattro, ricerca della verticalità, massimo due tocchi e squadra pronta ad aggredire il campo. El Shaarawy che torna a fare l’esterno, Pellegrini con libertà d’inserimento e i terzini che devono spingere (più sulla destra, visto che Dybala era più un dieci che un sette). Un tempo di grande intensità e ritmi alti, con occasioni create e due gol fatti. Palla veloce e soluzioni per chi imposta da dietro, da Paredes a Huijsen, nello specifico.
Una ventata di novità e aria fresca che però dura solo un tempo. Nella ripresa infatti, soprattutto dopo l’uscita di Dybala, la squadra è sembrata scarica. Distanze più ampie, pressing calante e tante occasioni concesse al Verona. Dopo due anni e mezzo di difesa bassa e blocco compatto era chiaro che un cambiamento “offensivo” avrebbe portato problemi, anche e soprattutto per le condizioni fisiche dei calciatori della Roma.
Abituati a lavorare su ritmi bassi e a decidere quando affondare, dopo un’ora col piede sull’acceleratore la benzina è finita. Ed è qui che deve lavorare in maniera più decisa il nuovo tecnico. Andare nella direzione di un calcio più propositivo si può, anche e soprattutto per la qualità del reparto avanzato. Ma serve equilibrio e, soprattutto, maggiore disponibilità e propensione all’intensità.
La Roma deve crescere tanto in condizione fisica. Le idee del nuovo tecnico hanno bisogno di una base atletica importante, per questo nelle prossime settimane il focus verterà su un maggiore carico dei lavori (già iniziato, per stessa ammissione del tecnico). Ma i giallorossi, e De Rossi stesso, devono crescere anche dal punto di vista della gestione della partita, dei ritmi e dei momenti. Sapere quando decelerare abbassando l’intensità e quando aumentare i giri. Questo per risparmiare energie e controllare il match in tutto e per tutto.
Nel frattempo ieri De Rossi ha trovato il tempo per un messaggio social. “Le voci, gli sguardi e gli abbracci di ieri sera non li dimenticherò mai. Ma soprattutto non dimenticherò i giocatori, i tifosi ed ogni singolo componente del club, persone che mi hanno accompagnato e hanno fatto in modo che questa serata fosse incredibilmente piena d’amore per me.
Parliamo spesso di punti da fare o qualificazioni a questa o a quell’altra coppa, ma il più importante degli obiettivi da raggiungere è riportare squadra, tifoseria e società ad essere una cosa sola. Perché poi per molti di noi è proprio una cosa sola che ci unisce: La Roma”. Tempo e idee sono dalla parte di Daniele, con il vento dei tifosi che, rabbia contro i calciatori a parte, continuerà sempre a soffiare.
FONTE: Il Tempo – L. Pes