La Roma e i calci di rigore, incubi e gioie fatte in casa e non solo. Contro il Feyenoord è stato solo l’ultimo atto di una storia cominciata 62 anni fa con un derby per l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia. Quella è stata la prima partita decisa a favore dei giallorossi dagli undici metri.
Ma ce ne sono state tantissime altre nel corso degli anni, per la precisione 19 e anche se negli ultimi 20 solo due sono state favorevoli alla Roma, il bilancio è positivo. Più della metà delle partite finite con i tiri dal dischetto è stata vinta dalla Roma, dieci, tra le quali c’è proprio Roma-Triestina (2002) di Coppa Italia 5-2 citata da De Rossi in conferenza dopo aver raggiunto gli ottavi di Europa League.
Fino a giovedì era quello l’ultimo dolce ricordo degli undici metri all’Olimpico. In mezzo c’è stata la dolorosa finale di Europa League Siviglia-Roma (5-2), ma anche gli ottavi contro l’Arsenal all’Olimpico finiti a oltranza con errore di Tonetto (2009). Oppure, la finale di Supercoppa contro l’Inter a San Siro del 2008 vinta dai nerazzurri dopo che Julio Cesar ha parato il rigore a Juan. Ma di certo gli anni più intensi per la Roma e il suo rapporto con i calci di rigori sono stati quelli che vanno dal 1980 al 1989.
Tutti ricordano e conoscono la maledetta finale di Champions League contro il Liverpool all’Olimpico del 1984 (5-3). Una finale che ancora fa discutere per gli errori di Conti e Graziani e l’assenza di Falcao dal dischetto. Un momento che ha segnato generazioni di romanisti e che ha annullato quanto di buono fatto prima.
Come le due finali di Coppa Italia in cui il portiere Franco Tancredi si guadagnò il soprannome di “para rigori” per averne neutralizzati ben cinque al Torino in due stagioni consecutive (1979/80 e 1980/81), portando la Roma a vincere due finali di Coppa Italia.
Ora c’è Svilar che, appena arrivato a Trigoria (2022), ha tenuto ieri in mano proprio la maglia di Tancredi. Ora Franco gli augura l’in bocca al lupo per il futuro, con la speranza che possa ripercorrere la sua carriera, fatta anche di tante gioie e non solo di Liverpool.
FONTE: Il Messaggero