Daniele De Rossi non era ancora nato quando la Roma aveva vinto per l’unica volta ai rigori, in Europa, prima di eliminare il Feyenoord giovedì. Era il 3 novembre 1982, si giocava a Norrköping: quasi a casa del festeggiatissimo Liedholm, che alla vigilia della partita tornò nella sua Valdemarsvik (a 50 km. da lì): “Ho mangiato alce bollito e il famoso pesce marcio, il preparatore atletico mi ha accompagnato e si è sentito male”.
Il mitico svedese, che con l’IFK aveva vinto 2 campionati da giocatore, vide i giallorossi segnare 4 rigori su 4 alla sua vecchia squadra nel 2° turno di Coppa Uefa, Tancredi ne parò 2 e la Roma poi arrivò fino ai quarti dove venne eliminata dal Benfica. Prima di trovare un altro portiere, Svilar, capace di parare 2 rigori dopo i 120 minuti, sono passati 41 anni (abbondanti) e 4 delusioni: una enorme, una grossa, due fastidiose. E 8 tiri sbagliati, difficili da dimenticare. Conti e Graziani, le loro botte oltre la traversa mentre Grobbelaar faceva la spaghetti-dance: Coppa Campioni al Liverpool nella finale del 1984.
Boniek e Ancelotti “parat”»: Saragozza avanti nel 1° turno di Coppa Coppe nel 1986. Vucinic addosso al portiere, Tonetto altissimo: Arsenal qualificato, era il 2009, negli ottavi di Champions. Mancini respinto con i piedi, Ibañez sul palo: è storia recente, la finale di Europa League vinta l’anno scorso dal Siviglia. Il 9° tiro sbagliato è quello di Lukaku, che per fortuna giovedì non ha inciso sul risultato. I giallorossi hanno agganciato il Manchester Utd al 9° posto del ranking Uefa e il Tottenham al 5° posto della classifica all time dell’Uefa/EL (dal 1971 a oggi). Due inglesi, come il Brighton prossimo avversario negli ottavi.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Perrone