De Rossi guarda al futuro con un sorriso in più dopo il gol capolavoro di Llorente a Firenze che salva il tecnico giallorosso dalla sua seconda sconfitta da quando è in carica. Anche perché dopo il pari contro la Fiorentina è probabilmente giunto il momento di dare un netto taglio col passato, come ha ammesso lo stesso allenatore a fine gara. Se non è un addio, poco ci manca, ma a meno di momenti delicati, la difesa a tre si vedrà molto poco nelle formazioni scelte da DDR d’ora in avanti.
Tre tempi fanno una prova e la Roma, dopo le gare europee, ha sempre sofferto tremendamente la scelta prudente dell’ex capitano, che poi ha sempre dovuto cambiare in corsa per evitare guai peggiori. Salvato dal gol inventato da Huijsen a Frosinone, dal rigore ingenuo di Azmoun col Toro che comunque pareggiò e da un po’ di fortuna a Firenze, visto che alla Viola il vantaggio di un gol dopo i primi quarantacinque minuti stava abbastanza stretto.
Ora, però, si cambia definitivamente: il “rigetto” del modulo con tre centrali, come lo ha definito il tecnico capitolino, da parte della squadra è un messaggio chiaro anche per Daniele. Serve più coraggio e un po’ di sfrontatezza anche in situazioni delicate come quella del Franchi, dove un big match per la corsa Champions capitava tra le due gare di ottavi di Europa League contro il Brighton.
Già giovedì in Inghilterra, difatti, rivedremo il 4-3-3 che tanto ha fatto gioire i giallorossi in questo mese e mezzo. Una delle principali migliorie apportate da De Rossi nella Roma è certamente la linfa nuova che scorre nelle corsie giallorosse, modificando i compiti offensivi sulle catene laterali, in particolare a sinistra.
Protagonista principale Stephan El Shaarawy: il “Faraone” è tornato a ricoprire in pianta stabile un ruolo più congeniale alle sue caratteristiche, abbandonando la posizione da quinto di centrocampo vista con Mourinho. L’ex Milan, guidato dal suo ex compagno, ha già realizzato un gol e 4 assist in 762 minuti, rispetto alle 2 reti e 3 passaggi decisivi nei 1216 disputati con lo Special One.
Un nuovo modo di coprire gli spazi cercato dall’allenatore giallorosso, che permette, rimanendo sulla stessa fascia, a un giocatore come Spinazzola di essere più partecipe, senza badare alla fase difensiva. Il classe ’93 ha infatti dimezzato il numero di passaggi chiave per 90 minuti in campionato (da 2.02 a 1.06), raddoppiando tuttavia gli assist previsti: 0.50 rispetto ai 0.23 con Mourinho – dati Understat.
Il tutto si traduce con una maggior qualità nell’ultima giocata, come visto soprattutto in Europa contro Brighton e Feyenoord. Entrambi alla ricerca di un posto in Nazionale, si preparano a entrare nella storia della Roma: alla prossima partita di Serie A infatti “il Faraone” arriverà a 200 presenze con il club, mentre Spinazzola ne festeggerà 100.
FONTE: Il Tempo – L. Pes