Nella gestione targata De Rossi, il centrocampo è il reparto che è cresciuto maggiormente e che ha cambiato diametralmente il proprio rendimento. Pellegrini e Cristante si sono adattati alla perfezione alla nuova idea di gioco della Roma, con le mezz’ali che sono molto più mobili e che spesso creano molti problemi alla difesa avversaria grazie ai loro inserimenti e alla partecipazione costante alla costruzione della manovra offensiva.
Paredes è definitivamente salito in cattedra, la cabina di regia è in mani sicure e questa squadra non può fare a meno delle geometrie dell’argentino. Questo centrocampo rispecchia nel miglior modo possibile giocate di rapidità, ma soprattutto di qualità. Il terzetto è inamovibile, ma DDR sta cercando di adattare e di far crescere allo stesso modo anche le seconde linee a partire proprio da Edoardo Bove, che è il primo uomo pronto a subentrare o a partire dal primo minuto in caso di qualche assenza in mezzo al campo.
Anche Houssem Aouar, dopo un inizio di stagione difficile e al di sotto delle aspettative prefissate il giorno del suo arrivo, sta iniziando ad essere presente con costanza in campo. Serve ancora del tempo per vedere la migliore versione dell’algerino, ma le sue qualità di palleggiatore e di rifinitore possono fare la differenza in un’idea di gioco che predilige scambi veloci e grande qualità nel tocco del pallone.
Discorso diverso e sicuramente con meno speranze, quello legato a Renato Sanches, che sembrerebbe definitivamente uscito dai radar giallorossi. Gli infortuni hanno complicato non poco il percorso nella Capitale del centrocampista portoghese, che non è mai riuscito a trovare quella continuità e un determinato livello nelle prestazioni in cui tutti speravano. Dopo l’ennesimo stop stagionale è pronto a svolgere le sedute di allenamento in gruppo e forse in questo finale di stagione avrà a disposizione qualche minuto.
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FONTE: Il Romanista – I. Mirabella