Pausa finita. Da stamattina a Trigoria si ricomincia a lavorare per preparare la sfida al Lecce in programma a Pasquetta e De Rossi fa la conta per capire chi può giocare in Salento. Gli ultimi nazionali torneranno nelle prossime ore (l’ultimo impegnato era Paredes nella notte) e tra acciacchi e infortuni più lunghi non è certo stata una sosta tranquilla in casa Roma.
Non saranno certamente del match Kristensen e Azmoun, il primo fermo dal 2 marzo per una lesione alla coscia sinistra rimediata nel match col Monza, mentre l’attaccante si è fermato con l’Iran la scorsa settimana. Per lui, con tutta probabilità, uno stiramento al tendine del ginocchio sinistro, diagnosi che dovrà confermare oggi quando farà ritorno nella Capitale e svolgerà altri esami.
Tra quelli che si sono fermati durante la pausa come Bove, Baldanzi e N’Dicka, non ci si aspettano sorprese e tra la ripresa di stamattina e domani dovrebbero essere tutti in campo. Discorso simile per Dybala che aveva scelto la prudenza anche prima del match col Sassuolo, rinunciando all’Argentina e prendendosi il giusto tempo per tornare al 100%. Già la scorsa settimana aveva forzato i ritmi nell’allenamento individuale.
Con i compagni si dovrebbe rivedere anche Chris Smalling, fermo dal 9 marzo per un trauma alla caviglia destra. Nessuna novità invece da Renato Sanches, anche lui out da due settimane. Tra i calciatori in giro con le proprie nazionali c’era anche Dean Huijsen, all’esordio con la selezione spagnola U21, che ha rilasciato un’intervista a Marca. “Con Daniele de Rossi il rapporto è incredibile. Si prende molta cura di me, è una persona fantastica e mi trovo bene con lui”.
Un elogio al suo tecnico, dopo aver parlato bene di Mourinho. Tra l’altro, proprio l’ex tecnico giallorosso ha rilasciato un’altra intervista, stavolta a Fabrizio Romano. “In alcuni club devi essere l’allenatore, il direttore sportivo, il direttore della comunicazione, l’immagine che difende il club e i tifosi. I tifosi lo capiscono, ma allo stesso tempo a un allenatore non piace, perché io voglio essere un allenatore. Le due finali? Sono orgoglioso di questo, perché ho raggiunto questi traguardi con una squadra che non ha una storia vincente in Europa, quindi è un qualcosa di speciale”.
FONTE: Il Tempo – L. Pes