«Gira il mondo gira, nello spazio senza fine, con gli amori appena nati, con gli amori già finiti. Con la gioia e col dolore della gente come me». Sarà la forza delle emozioni, che quando ci sono la Roma e De Rossi in mezzo giocano sempre la loro imponente parte, ma delle parole messe in musica nel 1965 da Jimmy Fontana sembrano raccontare, poeticamente, così bene il momento della nostra Roma e del suo allenatore, che poi è “nostro” in un certo senso pure lui.
Perché partendo dall’ultima frase, Daniele fa parte della “gente come me”, come noi, in quanto romanista. «Perché tu sei noi in campo e noi siamo te sugli spalti», gli scrisse qualche anno fa la Curva Sud che sul romanismo equivale alla Cassazione. Le nostre gioie e dolori saranno sempre anche le sue e viceversa.
Sarebbe bello fermarsi e godere di sentimenti belli e forti come quello che lega De Rossi alla Roma, soprattutto dopo un derby vinto, ma nel frattempo “il mondo gira” e dalla sua seconda prima volta in giallorosso – Roma-Verona 2-1 del 20 gennaio scorso – sono già passati 80 giorni. Forse non avrà compiuto in chilometri il giro del mondo come avrebbe voluto Verne, ma in 80 giorni il mondo, quello romanista – che per noi conta quanto quello reale -, l’ha ribaltato.
Ha raccolto una Roma ferita, nel giro di poche ore, dall’eliminazione in Coppa Italia per mano della Lazio e dall’ennesimo scontro diretto deludente, perso per 3 a 1 contro il Milan a San Siro. Un obiettivo che sfuma e il nono posto in classifica a spegnere le ambizioni Champions anche degli ottimisti più veraci. 80 giorni dopo, reduce dal derby vinto grazie al gol di Mancini, oggi De Rossi a Trigoria prepara un’altra trasferta a San Siro, sempre contro il Milan.
(…) La Roma ci torna con due turni di Europa League superati in più alle spalle e la qualificazione in Champions a portata di scontro diretto contro il Bologna – anche se, ad oggi, basterebbe l’attuale quinto posto, grazie al ranking stagionale. Il mondo capovolto. Daniele De Rossi è il nostro “amore appena nato”, che poi è soltanto la naturale estensione di un sentimento reciproco coltivato per 18 anni da giocatore e un altro, univoco, per una vita intera da tifoso.
Se dal suo debutto sono passati 80 giorni, 83 quelli che dividono Daniele De Rossi al 30 giugno, data che rappresenta ad oggi la fine del suo contratto. Per sua stessa ammissione, il rapporto con Friedkin e Souloukou è diretto e quotidiano. (…)
I texani ci hanno abituato ad agire con modalità sorprendenti e cinematografiche – come da loro vocazione di produttori -, diciamo che questa volta tutti si augurano un lieto fine dei più scontati, con DDR blindato a Trigoria ancora a lungo. 15 sono le partite già giocate, 12 quelle che speriamo di dover affrontare: 7 sicure in Serie A, le altre le lasciamo alla vostra fantasia di romanisti. Partendo da San Siro. L’Omega di Mourinho, un nuovo Alfa per Daniele.
FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi