È uno scalo anonimo tra due aeroporti vip, ma la Roma non può trattarlo come una sosta pigra e noiosa da trascorrere in fretta prima dell’imbarco verso località esotiche. L’Udinese gioca per i punti-salvezza e nonostante le assenze di rilievo – le ultime di Thauvin e Lovric pesano – non regalerà un millimetro di campo.
Serve una squadra alla De Rossi, con l’atteggiamento del derby e di San Siro per non perdere terreno nella corsa Champions: oggi, senza neppure aspettare il recupero tra Atalanta e Fiorentina, la Roma vi parteciperebbe come quinta grazie al bonus del ranking Uefa. Ma il percorso in campionato è ancora lungo e sdrucciolevole.
Lo sarà ancora di più se, come tutti sperano a Trigoria, la Roma eliminerà giovedì il Milan per assaporare la quarta semifinale europea consecutiva, che capiterebbe tra le sfide contro Napoli, Juventus e Atalanta. Per non trascurare i dettagli, per non sprecare neanche una caloria di troppo, per richiamare l’attenzione sulla trasferta friulana, ha tenuto per due giorni la squadra in ritiro a Monza.
E ora spera che la scelta della clausura, contraria ai suoi princìpi filosofici, sia servita. “Dobbiamo ragionare come il Real Madrid, che vince in Champions e poi rivince nella Liga – ha detto De Rossi ai canali del club –. E’ la mentalità che fa la differenza, sempre”.
Sul turnover De Rossi ha chiarito: “Devo preservare alcuni calciatori dagli acciacchi, dopo due partite intense dal punto di vista fisico e anche dispendiose per la testa. Ma non è il singolo che può farci vincere le partita: conta l’atteggiamento collettivo”.
Preferisce non lasciarsi trascinare dall’euforia: “Non mi tocca più di tanto, perché conosco Roma e conosco il calcio. Ovviamente i complimenti fanno piacere, soprattutto dagli addetti ai lavori. Ma ricordo ciò che è successo dopo Lecce quindi so che verrei criticato in caso di altri risultati non positivi. Ci sta: nel bene e nel male io cerco di essere lucido. A me interessa solo rendere felice la Roma”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida