(…) E poi il destino, sempre attraverso la semifinale contro il Leverkusen, consentirebbe ai tifosi di liberarsi per sempre del ricordo di Taylor, l’arbitro inglese che a Budapest incise non poco sul risultato. La squadra è stanca, è inutile negarlo. Bastava osservare le facce di Dybala, Pellegrini, Mancini ed El Shaarawy all’uscita dallo stadio Maradona. Ma la spremitura di muscoli, articolazioni e cervelli è a buon punto per tutti. La Roma ha giocato già 48 partite, il Leverkusen 46 (a proposito: sono 38 vittorie, 8 pareggi, un rullo compressore). Da questo punto di vista non c’è molta differenza.
Il problema semmai è che Xabi Alonso ha potuto gestire alcuni cardini, come Wirtz e Boniface, nella partita di sabato scorso contro lo Stoccarda, e ha usufruito di 24 ore di break in più. E’ un dettaglio così significativo da aver provocato, come sapete, l’indignazione della Roma in Lega. Fatto sta che il calendario e l’eccitante vetrina offrono una grande occasione.
Contro i campioni di Germania si sale molto di livello. Per questo non sarebbe sorprendente una novità tattica sulla quale De Rossi sta ragionando, anche notando le condizioni fisiche imperfette di Karsdorp e l’assenza sicura degli altri due terzini destri (Celik è squalificato e Kristensen non eleggibile). Chi giocherà da quella parte? Vista la ritrovata abbondanza di centrali difensivi, una soluzione potrebbe essere il ritorno alla difesa a tre e mezzo con Llorente a tutta fascia sulla corsia di destra nella fase offensiva.
Intanto rientra Paredes nel mezzo: con lui, Lukaku, il terzino destro e forse Smalling, potrebbero essere quattro le novità nella formazione europea. Lo scorso anno, è bene ricordarlo, il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso non segnò neanche un gol in due partite contro la Roma raggomitolata nello scrigno del 3-5-2. E Smalling entrò solo nel finale alla BayArena.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida