La linea l’ha tracciata Daniele De Rossi. Ed è dipinta di verde, nel solco delle più recenti scelte della proprietà. Da Lina Souloukou (classe 1983) al vertice della piramide dirigenziale, allo stesso DDR (altro ’83) in panchina, all’ultimo arrivato, Florient Ghisolfi, nato nel 1985. Prima ancora di ascoltare dalla viva voce e soprattutto di verificare dalle azioni del neo-Ds i programmi per il futuro, i tifosi romanisti possono già avere un’idea del modus operandi in vista della prossima stagione.
Al di là dell’esigenza di assistere a una prestazione seria da parte della Roma, la partita di questa sera a Empoli presenta ben pochi motivi d’interesse in ottica giallorossa. Inevitabile quindi concentrarsi sul futuro: quello prossimo, in attesa di conoscere i risultati dell’ultima giornata, della surreale appendice di fine campionato (il recupero fra Atalanta e Fiorentina) e dunque di quale Europa attende Pellegrini e compagni; e quello più distante, strettamente correlato al primo e incentrato su un mercato tutto da scoprire. La giovane età di Ghisolfi e la sua provenienza da un altro calcio lasciano aperte le curiosità. (…)
Eppure De Rossi si è già espresso: non solamente ieri in conferenza, ma anche nell’immediato post Roma-Genoa e perfino nelle settimane precedenti, quando posizione in campionato e percorso europeo erano ancora in ballo. Vuole una squadra che possa reggere l’intensità di scontri di alto livello, i tanti impegni ravvicinati, che “abbia gamba”. Tutti gli indizi portano a un ringiovanimento della rosa, magari con meno nomi altisonanti e più prospetti da plasmare, «anche se dovesse goderseli chi arriverà fra tre anni», come ha detto il tecnico romanista una settimana fa.
Non sembrano casuali gli stessi reiterati riferimenti a Pisilli– nei primi giorni a Trigoria da allenatore come nei più recenti – e a Baldanzi, che spera «di vedere stabilmente accanto a Dybala». Ovvero a quello che forse rappresenta il miglior prospetto del vivaio di casa e all’investimento tecnico più importante in prospettiva futura. Due giocatori dotati tecnicamente, dinamici, “affamati” e soprattutto giovani. (…)
FONTE: Il Romanista – F. Pastore