Una trattativa lampo, un guizzo improvviso e la Roma si è assicurata Artem Dovbyk. Ma sebbene l’operazione a qualcuno può essere sembrata semplice e apparentemente senza rischi o pericoli, il club giallorosso ha lavorato, sudato e faticato per arrivare alla fumata bianca.
Lina Souloukou e Florent Ghisolfi hanno trattato giorno e notte con il club e il suo agente per arrivare al doppio sì, sono volati a Girona per chiudere nel minor tempo possibile e affidare a De Rossi il suo centravanti prima della partenza per il ritiro in Inghilterra.
Ma a regalarglielo sono stati i Friedkin, perché senza il loro – determinante – contributo il capocannoniere della Liga non sarebbe mai salito sul volo per Roma. Mr Dan e suo figlio Ryan hanno parlato tanto con il ragazzo per spiegargli cosa è la Roma e soprattutto cosa vuole diventare.
Le ambizioni quindi di un club che punta a crescere non soltanto con la qualificazione alla Champions ma raggiungendo i vertici del calcio internazionale. Parole decisive per convincerlo ad accettare la corte giallorossa. Dovbyk ha detto ai manager romanisti che quando ha visto e sentito Dan ha capito subito che la Roma era la scelta giusta per lui.
Non solo: il presidente con i suoi eccellenti rapporti con il City Group e personalmente con Ferran Soriano, ad del Gruppo, ha avuto varie telefonate con lui direttamente su Dovbyk ed è stato la chiave per la chiusura di questo trasferimento. Dan è riuscito a convincere Soriano che la Roma era la scelta giusta per tutti, Girona compreso. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport