Tre lettere che fanno sognare la Roma. A due settimane dall’inizio del campionato, a prendersi la copertina ieri sono stati quelli della “DDS”, ovvero la banda che promette gol, spettacolo e giocate da urlo. Dybala, l’ultimo arrivato Dovbyk e Soulé sono stati in campo insieme per 24’ nel secondo tempo: vederli dialogare e soffrire è stata la nota più lieta e, insieme, la vera “vittoria” che i diecimila tifosi giallorossi allo Scopigno di Rieti si sono portati a casa, in fondo a questo quarto test stagionale contro l’Olympiacos, poco amichevole a dire il vero, che parecchi indizi ha fornito sulla Roma che verrà.
L’impressione è che la squadra sia un progetto molto interessante e, per alcuni aspetti, già una certezza per l’atteggiamento tenuto in campo. Una Roma, cioè, che anche nel corso della partita può cambiare pelle e modulo, con tante soluzioni a disposizione di Daniele De Rossi. Proseguendo sulla traccia del4-2-3-1con cui si è conclusa l’ultima stagione, l’allenatore ha schierato dall’inizio Soulé a destra, al posto di Dybala, a supporto di un altalenante Abraham (destinato, comunque, a partire nei prossimi giorni), con Pellegrini a oscillare tra mediana e trequarti e con la coppia inedita Le Fée-Cristante in mezzo. Non si sono visti fuochi d’artificio, sia chiaro, anche per le gambe pesanti di questo periodo e per la qualità dell’avversario (quei campioni della Conference che la ceo Lina Souloukou conosce bene, avendo lavorato ad Atene per 4 anni), ma in ossequio al credo calcistico di DDR i giallorossi hanno cercato di far pressione altissima a 35 metridalla porta avversaria, ridotto gli spazi nella propria metà campo in fase di non possesso e tentato qualche trama in verticale.
I rigori realizzati da Pellegrini e Rodinei sono originati da eventi fortuiti (molto generoso il secondo, sul contatto Celik-Velde), eppure qualche lampo di gioco e perfino un assist di tacco di Soulé (gioia per gli occhi dei tifosi) si sono visti, oltre a una parata salva-risultato del solito Svilar. In coincidenza anche con la condizione non ottimale dei nazionali (in ritardo sono apparsi soprattutto Celik e Cristante), De Rossi ha poi lanciato la “DDS” con Dybala dietro a Dovbyk e Soulé a destra. E, certo, con il tocco della Joya e la potenza dell’ucraino qualcosa in più la Roma ha creato. Non è un caso che la squadra, per lunghi minuti impegnata in un duro confronto muscolare a tutto campo con i greci, abbia all’improvviso con Dybala ritrovato verve e verticalità. Anche El Shaarawy ha liberato la corsa e, in un’occasione, con un tiro a giro ha lambito il palo alla destra di Solakis. Dovbyk è sembrato già sintonizzato sulle frequenze giuste.
“Ho cercato l’incastro migliore – dirà alla fine De Rossi –, sono soddisfatto ma non è nemmeno detto che Dybala, Soulé e Dovbyk debbano necessariamente giocare tutti e tre insieme: sono giocatori importanti e ho la fortuna di avere una società alle spalle che fa investimenti di questo tipo. E io ho la pazienza di aspettarne altri, perché so che arriveranno: questo è un club che vuole fare le cose per bene. Dobbiamo arrivare a un punto in cui chiunque giochi non si noti la differenza”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. D’Urso