Ora che Paulo Dybala ha accettato l’Al-Qadsiah ed è pronto a salutare, per la Roma è tempo di tuffarsi a capofitto sul mercato. Ma la sabbia nella clessidra sta per esaurirsi. La dead line è fissata al 30 agosto e i giallorossi, forse distratti dalla situazione legata alla Joya, sono colpevolmente in ritardo. Dopo l’arrivo di Dovbyk il lavoro di Ghisolfi si è incredibilmente inceppato sia in entrata che in uscita. Serve cedere per fare cassa e De Rossi aveva lanciato già l’allarme in Inghilterra: “Con 31 giocatori non si lavora bene, vediamo se qualcuno uscirà e poi rimetteremo l’attenzione su chi invece dovrà entrare“. Parole che non hanno avuto nessun effetto. Da quel giorno sono andati via solamente Darboe (Frosinone), Solbakken (Empoli) e Kumbulla (Espanyol). Restano sempre in uscita Abraham, Zalewski, Bove, Smalling e Karsdorp. Le offerte per loro si contano sulle dita di una mano e il tempo non aiuta.
Il mister dopo Cagliari era stato chiaro: “Mi spaventa una Roma senza Paulo o senza sostituti di altri giocatori che potrebbero andare via“. Ora c’è necessariamente bisogno di un post Dybala. In pole c’è sempre Boga che viene valutato 20 milioni dal Nizza. Occhi anche su Zhegrova e Riquelme. Chieste informazioni per Arribas (classe 2001 dell’Almeria). E Chiesa? Da Trigoria arrivano sempre secche smentite e non viene considerato un obiettivo.
Non c’è solo l’attacco da sistemare. Il pacchetto arretrato ha bisogno di almeno due acquisti: un difensore centrale (seguiti Djalo e Danso) e un terzino destro (Assignon è in vantaggio).
Se parte Bove servirà anche un centrocampista. Prati è un vecchio pallino di De Rossi. Piace anche Koné, ma c’è la concorrenza del Milan. Il tempo stringe e ora Ghisolfi dovrà correre per chiudere gli ultimi colpi di mercato.
FONTE: Il Messaggero – D. Aloisi