E a un certo punto, intorno alle 19, arriva la telefonata che non ti aspetti. È di Paulo Dybala, prima al suo procuratore (e agli arabi), e poi alla Roma. “Resto qui, niente Arabia, niente Al-Qadsiah”. Sgomento, proprio sul più bello, proprio quando Paulo stava assaporando l’idea di guadagnare come nessuno e proprio quando la Roma – e non solo – stava facendo i conti con guadagni e risparmi, anche se gli Arabi avevano offerto solo tre milioni, non sarebbero bastati e sarebbero aumentati. Ma come mai questo rifiuto, dopo che avevi accettato un contratto da 75 milioni, appena il giorno prima? Sì, proprio così.
L’oro dell’Arabia può attendere, o forse quel treno è passato definitivamente. “Grazie Roma, ci vediamo domenica”, ha scritto l’argentino intorno alle 20.30. La comunicazione del suo “gran rifiuto” in un attimo sul web e non solo. Dybala come Dzeko, che per due volte era sul punto di andare via e poi è sempre rimasto nella Capitale.
La Roma, con il sì del calciatore all’Al-Qadsiah, aveva provato a incassare il più possibile: tre milioni era una cifra troppo bassa per la cessione del calciatore più talentuoso della rosa e il tutto avrebbe fatto arrabbiare ancora di più i tifosi che, alla notizia del ripensamento di Paulo, hanno esultato (e qualcuno ha proposto “dategli la 10”) e la sera, un bel gruppetto, si è presentato sotto casa sua all’Infernetto (è in programma un cambio casa, verso l’Eur), per onorarlo con una festa improvvisata.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni