Al termine del match contro il Genoa, l’allenatore della Roma, Daniele De Rossi, ha rilasciato delle dichiarazioni:
DAZN Un commento sulla partita? Il pareggio non la fa andare a casa contento… “Direi di no. Abbiamo dominato il primo tempo, nel secondo tempo ci siamo abbassati troppo e abbiamo smesso di ripartire. Non è una vergogna giocare più bassi e ripartire, abbiamo la qualità per farlo. Troppi errori tecnici e qualche superficialità di troppo, abbiamo dato fiducia ai nostri avversari”.
La squadra è cresciuta oggi… “Nel primo tempo siamo riusciti a muovere gli avversari, abbiamo tenuto di più il pallone e andavamo a giocare sui nostri attaccanti, che ci risolveranno tante partite. Nel secondo tempo abbiamo tenuto meno il pallone. Nel primo tempo abbiamo avuto tante occasioni per fare il secondo gol e anche quello fa la differenza in questi stadi”.
Come si spiega l’abbassamento della squadra nel secondo tempo? L’intesa Dybala-Dovbyk? “Ci siamo abbassati perché abbiamo smesso di correre come nel primo tempo. Ci siamo abbassati di 20 metri ed era una cosa che non avevo chiesto. Quando succede però bisogna essere pronti a ripartire e non l’abbiamo fatto. Le statistiche sono nettamente a favore nostro, ma le partite le devi chiudere. Se hai dominato così nel primo tempo non capisco perché abbiamo giocato in modo differente nel secondo”.
È una Roma da Champions? “Dobbiamo lottare per la Champions, è il nostro obiettivo. Il sesto posto inizia a stancarci. L’obiettivo è la Champions, ma da lì a dire fallimento se non ci si arriva è un altro discorso dato che ci sono tante squadre forti. La corsa è abbastanza equilibrata. Abbiamo fatto un mercato importante per il nostro progetto di ripartenza, sono convinto che ci giocheremo le nostre carte fino all’ultimo. Queste partite vanno portate a casa, in questo stadio tante squadre faticheranno. Dopo 4 partite è riduttivo guardare la classifica, ma perdere questi punti pesa soprattutto sul morale. Vincere ci avrebbe fatto tanto bene”.
CONFERENZA STAMPA Ultimi 20′ del primo tempo tante qualità, poi l’involuzione evidente nella ripresa. La sua spiegazione?
“Non lo so, andiamo prima a rivedere la partita. Ci siamo abbassati e non siamo mai riusciti a ripartire. Ci sono stati troppi errori tecnici e di misura da vicino, abbiamo perso troppe palle quando il Genoa spingeva e portava tanti uomini in area e potevamo ripartire per fargli male oppure spingerli nella loro metà campo. Non è andata così, è un peccato perché è finita come è finita. La fase centrale del secondo tempo non mi è piaciuta, abbiamo giocato troppi minuti come di solito si giocano gli ultimi 3-4 e non va bene, non riuscivamo a ripartire. È un peccato, avevamo fatto un’ottima partita come numeri e occasioni grandi create, ci stava anche il raddoppio. Dobbiamo lavorare e ripartire da quanto fatto nel primo tempo”.
De Winter salta da solo nell’ultimo secondo della partita, cosa non funziona? “Non funzionano le marcature evidentemente, anche perché è uno dei più bravi saltatori che hanno. Bisogna riguardarla, l’ho rivista al volo ma adesso fa ancora troppo male. Serve anche un pizzico di comunicazione: quando c’è qualche giocatore in difficoltà e sembra chiedere il cambio, poi gli chiedo come sta e mi dice che riesce a stare in campo e dopo il quinto cambio mi dicono ‘sto male’. Se stai sempre a pensare che rimani in dieci non fai mai il quinto cambio. Abbiamo preso gol dentro l’area piccola in superiorità numerica netta, c’è poco da analizzare sia i cambi sia il resto. Bisogna essere più forti mentalmente su queste situazioni e volerlo ancora di più, sia questa sia quella prima. Alcune palle vanno spazzate avanti e va mandato avanti il cronometro”.
C’era rigore su Dybala? “Ho rivisto l’immagine, parla abbastanza chiaro. È andata così, dobbiamo provare a migliorare quello che non è andato nel secondo tempo. Il primo tempo mi è piaciuto. Questa volta la decisione arbitrale è andata così e la prossima volta magari ci premierà diversamente”.
Tra i difetti di questa squadra c’è che sia poco cinica? Totti ha detto che lei è un parafulmine, che pensa? “Sono un paio di giorni che mi fai domande e potresti farmene altre. Non so che intendeva e non l’ho risentito dopo l’intervista. L’ho letta ovviamente. Gli allenatori bene o male sono un po’ tutti in un ruolo simile ad un parafulmine. Sei il primo responsabile di quello che si vede sia di buono sia di negativo. Io sono stato preso in un momento difficile della Roma dal punto di vista ambientale per quello che rappresentavo e rappresento come ex giocatore e poi penso di essermi meritato di rimanere. Se fare la fine di Mourinho è essere mandato via perché i risultati non andavano bene penso che il mio destino sia lo stesso di tutti gli altri allenatori”.
Totti intendeva dire di essere una persona sola… “Dico le parole che ha detto lui, andrebbe chiesto a lui cosa intendeva. Tutti gli allenatori sono un po’ dei parafulmini, sono i primi responsabili anche quando magari ci sono tante cose insieme che rendono una squadra più o meno grande, ma il primo a pagare è sempre l’allenatore. Se il paragone con Mourinho è quello, penso sia inevitabile sia per me sia per qualsiasi allenatore di Serie A”.
Il cinismo? “A volte il cinismo viene tradotto come segnare il secondo gol o fare un contropiede. A volte è un momento in cui capire quando va spinto l’acceleratore e quando alzare la testa. Non vuol dire fare possesso palla sterile, ma far perdere i giri della pressione e dell’aggressività che stavano mettendo in campo gli avversari. A volte si deve lavorare non solo sulla tecnica, sul fisico o sulla tattica ma anche nella lettura di alcune situazioni”.
L’arbitraggio? “Dovrei rivedere tutto quanto. Al quarto uomo, che era molto gentile, ho detto che mi sembrava rigore su Dybala. Pensavo fosse fuorigioco, ma mi hanno assicurato che non lo fosse. Se oggi parlo dell’arbitraggio sembra come se abbiamo buttato i punti per l’arbitro. Non si può prendere gol dentro l’area piccola in questa situazione, ma può succedere come quando capitò a noi a Firenze e a Napoli. Fa male. Ma voglio tenere l’arbitro fuori da questo discorso”.
Rifaresti i cambi conservativi? Pellegrini e Hermoso non sono sembrati in grandissima forma… “I cambi li fai in base a chi hai fuori. Come quinto avrei potuto mettere Dahl o Soulé, che sono giocatori più offensivi, mentre invece io volevo dare maggiore struttura. Il cambio di Saelemaekers è stato per infortunio, mentre Celik ha preso il posto di El Shaarawy perché non pensavo avesse 90 minuti nelle gambe. Pisilli era ammonito e aveva perso le ultime due palle, quindi era un cambio normale. Avevo parlato a lungo con lui all’intervallo per gestire il cartellino giallo. Ci sono giocatori che in passato hanno gestito benissimo queste situazioni e ora andrò a rivedere la partita per vedere se l’abbiamo gestita un po’ meno bene. Sono cose che comunque possono succedere”.
Come stanno Dovbyk Saelemaekers? Ndicka e Mancini non erano in perfette condizioni… “Dovbyk ha fatto una bella partita, abbiamo cercato di portargli più gente vicino affinché il raddoppio, che c’era anche oggi, potesse essere rotto da lui o da quelli che lo accompagnavano. Artem non mi ha parlato di infortunio, sembrava solo affaticato e non l’ho visto toccarsi il flessore, lo vedremo tra poco. Alexis ha detto che si è fatto male alla caviglia. Per Ndicka credo sia legato ai crampi, gli ho chiesto come stava e mi ha detto che stava bene ma negli ultimi minuti non mi sembrava stesse tanto bene, quindi gli ho avvicinato Cristante“.
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“È un peccato per come è finita e per come abbiamo gestito la palla negli ultimi minuti. C’è stata troppa confusione, anzi negli ultimi minuti lo posso capire. Ma nella fase centrale del secondo tempo c’erano tanti spazi per noi e tanti tentativi loro per andare dentro, quindi avevamo tanto spazio per ripartire e per essere un po’ più pericolosi in contropiede. Abbiamo avuto occasioni nel primo tempo e una nel secondo tempo con Dovbyk, non siamo riusciti a chiederla”.
Un’espulsione forse eccessiva e un rigore clamoroso in tempi di Var, resta rammarico… “Sì, penso che il rigore si commenti da solo. Sull’espulsione non ci siamo capiti: stavo protestando per il fallo su Pellegrini, pensavo fosse fallo e forse riguardandolo non lo era. Mi ha detto di non protestare più e io gli ho detto ‘ma non posso parlare’ e mi ha buttato fuori. Penso fosse qualcosa di leggero, ma è andata così. Non è quella la cosa per cui mi dispiace più oggi”.
FONTE: DAZN / Redazione Tuttoasroma