Francesco Totti, ex capitano della Roma e oggi brand ambassador di Betsson Sport, ha risposto alle domande dei fan e a quelle più cercate sul motore di ricerca di Google. Queste le sue parole:
Record… “786 presenze e 397 reti con la maglia della Roma”.
Il rifiuto alla fascia di Maradona… “L’ho fatto perché penso che era doveroso che la indossasse lui. Per me lui è la storia del calcio, è stato il calcio, e lo sarà per sempre, anche se giocavamo all’Olimpico, per me era importante che l’avesse lui, per me era il numero uno al mondo.”
Real Madrid… “Il Real è stata, dopo la Roma, è l’unica squadra che ho sempre tifato. Ho avuto la fortuna di andarci a giocare, ma per amore della Roma sono rimasto qui. Mi dispiace ma non ho avuto questo privilegio di giocare con i Galacticos”.
Van De Sar… “Era un momento particolare. Era la semifinale dell’Europeo, la follia ha prevalso su tutto e in quel momento ho pensato di fare il cucchiaio ed è andata bene”.
Adesso ho paura… “Era una frase che ho detto durante la mia ultima partita, il mio addio al calcio. L’ho sentita, l’ho pensata e ancora la penso veramente, è una cosa normale. Noi calciatori, dopo anni di agonismo, dopo anni di momenti piacevoli, abbiamo un pò paura di lasciare questo sport, perché quando lasci una cosa che conosci, non sai mai quella che trovi”.
De Rossi… “È un dei miei amici più importanti, soprattutto nel mondo calcistico. È una persona straordinaria, un ragazzo d’oro che ama la Roma come la amo io”.
Speravo de morì prima… “È una seria sulla mia carriera e sulla mia vita. È stato molto bello, significativo e importante rivedere le immagini da quando sono nato fino all’ultimo giorno del mio addio. Ancora oggi rivedendelo mi emoziono”.
Scusate il ritardo… “Era una Roma-Chievo, non segnavo da tantissime giornate e allora per sdebitarmi verso i tifosi ho alzato la maglietta dicendo scusate il ritardo. Non ero abituato a non segnare per tante domeniche consecutive”.
Il selfie… “Una delle scene più belle della mia carriera. Era la doppietta al Derby, 2-2, e avevo già deciso che se avessi segnato avrei scattato una foto verso la Curva Sud. Avendone fatti due, fortunatamente, il selfie rimarrà per sempre nella storia del Derby.”
Zeman… “Uno degli allenatori più importanti, mi ha cresciuto tatticamente e fisicamente”.
Hai mai pensato di allenare qualche squadra? “Non ho mai pensato di fare l’allenatore”.
Qual è stato il goal più bello della tua carriera? “Ancora non lo so. Ne ho due in mente: quello contro la Sampdoria a Genova, al volo, e il pallonetto contro l’Inter a Milano. Devo ancora decidere, due goal bellissimi ma diversi, quindi non è facile scegliere”.
Il momento più alto nella carriera? “Dal 2001 al 2013, mi riusciva tutto”.
Se Materazzi non fosse stato espulso contro l’Australia probabilmente non saresti entrato. Credi nel destino? “Credo al destino, penso che se Marco non fosse stato espulso sarei entrato ugualmente. Il destino ha voluto che, una volta entrato, è successo quello che è successo”
Cosa pensavi in quel momento? “Ho pensato di tutto. Dal tragitto fino al dischetto ho pensato di fargli il cucchiaio, poi arrivando lì ho visto che il portiere era grosso. Ho pensato ‘meglio tirare forte’. È stato il primo gol dopo l’infortunio, se non segnavo rischiavo”
Esistono ancora le bandiere? “No, non esistono più le bandiere”.
Il difensore dell’Inter che hai temuto di più? “Ne sono passati tanti, Cannavaro, Materazzi, Samuel. Ognuno era diverso. Giocare a Milano era complicato”
Sull’invasione dei tifosi in Roma-Parma hai avuto paura? “Non mi sono preoccupato di nulla, l’unica preoccupazione era vincere. L’invasione è la normalità, a Roma non si vince tutti gli anni, ci poteva stare. Roma è una piazza calda e tutti aspettavano quel momento. Se avessero cambiato il risultato, avrebbero smobilitato tutto, ma non è mai successo nella storia del calcio. Quella volta rimasi in mutande, ci furono 5 minuti di panico”
In quale giocatore ti rispecchi della Roma attuale o degli ultimi anni? “Se devo essere obiettivo in nessuno. Casomai è al contrario chi dovrebbe essere vicino a me perché per 25 anni io ho fatto quello che ho fatto. Adesso dobbiamo trovare un altro giocatore che riesce a fare quello che ho fatto, non è facile ma non solo per la Roma, pure per il calcio italiano”.
Qual è stato il primo pensiero quando eri seduto sui gradini dell’Olimpico prima dei saluti finali? “Non c’è stato un primo pensiero, era un pensiero partito 25 anni prima e ripensavo tutto quello che avevo fatto e quello che mi poteva succedere dopo. Mi passavano tante scene davanti in quel momento, mi sono chiuso in me stesso pensavo ‘ma veramente è l’ultima partita e non rientro più dentro lo stadio, non gioco più’. Ci sono situazioni e momenti che è pure difficile da spiegare, è una cosa tua interna. Posso solo dire che era un’emozione incredibile tutta la gente per te là di fuori, da una parte la volevi viverla però dall’altra non avrei mai voluto mai viverla. Non pensavo che veramente facendo il giro del campo avevi questa possibilità di guardare gli occhi della gente e vederli disperati, commosi. Da una parte eri contento perché in tutti questi anni significa che hai fatto del bene e fatto qualcosa che di significativo, però allo stesso tempo vederli in quello stato mi rattristava anche a me, perché era l’ultima partita, l’ultimo giro di campo era la fine di tutto. Come ho detto prima ogni giocatore non vorrebbe mai oppure ogni tifoso non vorrebbe mai che un giocatore lasciasse”.
Sugli allenatori… “In 25 anni ho avuto tanti allenatori, ognuno di loro ha lasciato un’impronta importante. Da tutti ho imparato tanto, e ciascuno ha contribuito a fare di me il giocatore che sono, permettendomi di mantenere alti livelli di prestazione”.
Nel video presenti anche Carlo Zampa, ex speaker storico della Roma, e Marco Delvecchio, ex attaccante della Roma e della nazionale, che hanno posto due domande all’ex Capitano chiedendogli se ci fosse qualcosa che nella sua lunga e fantastica carriera non rifarebbe. “Se potessi tornare indietro, non farei il gesto brutto a Balotelli. Il rispetto e l’agonismo verso il giocatore avversario sono importanti e bisogna dare il giusto esempio ai ragazzi che vogliono seguire la carriera sportiva”.
FONTE: Youtube – Betsson Sport