Come Rodriguez? “No, come Dimarco”. Il paragone scelto da Ivan Juric, che ha allenato il terzino della Nazionale ai tempi del Verona, diventa un confronto intrigante in vista di Roma-Inter: Angeliño, uno degli insostituibili del nuovo allenatore, a duello con il più quotato rivale da una fascia all’altra, sinistra contro sinistra. Ingaggiato gennaio grazie a un’intuizione, nel momento in cui il Galatasaray non poteva riscattarlo, era arrivato in prestito dal Lipsia nella prospettiva di fornire a Spinazzola il tempo per le proprie pause. A giugno poi è diventato il primo acquisto in ordine cronologico della gestione Ghisolfi: 5 milioni. Ma in pochi avrebbero immaginato che Angeliño avrebbe sbaragliato ogni concorrente, reale o potenziale, giocando sempre. Da alternativa mancina si è trasformato in titolare fisso, nella doppia veste di centrale sinistro ed esterno a tutta corsia. Come Dimarco, appunto.
A facilitarne il compito è stata la strategia della società, che gli ha affiancato nel ruolo il giovane e acerbo Dahl, ancora senza minuti nelle gambe a parte una comparsata nella Primavera. Però Angeliño ha dimostrato un’intelligenza e una duttilità che l’hanno reso sufficientemente affidabile. tanto per De Rossi quanto per Juric. Per certi versi ha sorpreso, anche. Curiosamente, ha giocato per la prima volta centrale nella difesa a tre nello scorso campionato propri contro l’Inter. E domenica sera vorrà dimenticare quella serata cominciata benissimo, con un primo tempo quasi perfetto chiuso sul 2-1 per la Roma, e finita con una ripresa disastrosa, tra errori difensivi e il clamoroso gol mangiato da Lukaku. Angeliño, peraltro, fu responsabile dell’autorete del 2-3, secondo e definitivo vantaggio dell’Inter, nel tentativo mal riuscito di anticipare Thuram. Stavolta Juric gli chiede una partita ordinata per limitare Dumfries e magari aggredirlo partecipando alla manovra offensiva.
Difficilmente lo schiererà in difesa, dove ormai Hummels e Hermoso hanno raggiunto una condizione atletica adatta a giocare a buoni livelli. Con un terzino bravo palla al piede e un altro più difensivo (Celik) sul lato opposto, la Roma avrebbe la giusta stabilità per affrontare i campioni d’Italia. Il problema delle fasce però rimane perché, proprio quando la società ha riabilitato Zalewski, si è fermato per infortunio El Shaarawy aggiungendosi a Saelemaekers, che rivedremo dopo la sosta di novembre. Se Dahl non mostra progressi incoraggianti in queste settimane, a Trigoria dovranno pregare perché Angeliño non si buschi neanche un raffreddore dentro al ciclo autunnale di partite: bisognerebbe a quel punto mandarlo in campo con una scorta di fazzoletti, in mancanza di opzioni differenti.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida