Una sconfitta pesantissima, un tracollo che già nelle prossime ore potrebbe regalare l’ennesimo ribaltone in casa giallorossa. La Roma perde 5-1 a Firenze e aspetta le decisioni dei Friedkin su Ivan Juric. L’esonero, adesso, è davvero a un passo. La prova della squadra contro la Fiorentina alla fine potrebbe essere decisiva e mettere la parola fine all’avventura del croato sulla panchina giallorossa.
La sua squadra è stata umiliata dall’avversario, mostrandosi incapace di giocare a calcio e fare proprie le indicazioni del proprio allenatore.Un tecnico abbandonato dai suoi calciatori. Non è sfuggito il dettaglio dei senatori che dopo la sostituzione hanno preso la via dello spogliatoio. Tanti, troppi segnali di resa che potrebbero aver segnato il futuro del secondo tecnico in meno di tre mesi. E la mente dei tifosi giallorossi torna alla stagione 2004/05, l’anno dei quattro allenatori.
Perché dopo una sconfitta del genere si pensa già al nome del successore di Juric. Se dovesse arrivare l’esonero, sono due i nomi in pole position per la sua sostituzione: Daniele De Rossi e Roberto Mancini. L’ex Capitan Futuro, attualmente in vacanza a New York con moglie e figli, ha ancora un contratto in essere con il club giallorosso.
Sarebbe la scelta più logica – nonostante l’esonero subito meno di due mesi fa – perché la dirigente che lo ha cacciato non c’è più, perché è ben voluto dallo spogliatoio e richiesto a gran voce dalla tifoseria. Tutti fattori che risolverebbero non pochi problemi ai Friedkin e, forse, renderebbero più normale una stagione fin qui complicatissima.
Ma in caso di rifiuto di De Rossi, l’altro nome sul piatto dei proprietari americani è quello di Roberto Mancini, fresco di addio alla nazionale dell’Arabia Saudita. L’ex ct azzurro ha voglia di rimettersi subito in corsa, tornando ad allenare un club. Un nome forte, con esperienza e dal profilo internazionale. Con un contratto però molto oneroso. Un dettaglio non secondario in un’annata in cui i Friedkin potrebbero ritrovarsi con ben tre allenatori a libro paga. Le prossime ore saranno decisive, ma quanto visto in campo ieri sera al Franchi non può avere un futuro.
Oltre il danno, enorme, anche la beffa. Edoardo Bove è stato il migliore in campo della Fiorentina, in quella che era la “sua” partita. La prima contro la Roma da quando è professionista. E l’ha giocata come meglio non avrebbe potuto: un gol, un assist e il rigore procurato.
Una gara da migliore in campo. Con il dente avvelenato. Perché dentro la partita del Franchi si è visto l’orgoglio di un ragazzo che ha voluto dimostrare con i fatti che a Roma, in tanti, si sono sbagliati lasciandolo andare con troppa fretta questa estate per confermare calciatori che in maglia giallorossa sembrano aver dato il loro meglio.
Un tradimento che Bove non ha mai espresso pubblicamente, pur vivendo il malessere di un addio che non si aspettava. Ha preferito rispondere sul campo. Chiudendo il cerchio con il gol del 4-1. Senza neanche esultare.
FONTE: La Repubblica – M. Juric