Una storia mai iniziata e già finita. Non è sempre facile capire quando è il momento di dire basta, non è mai utile trascinare una relazione finita, per quanto poco sia durata, ma tra Juric e la Roma è evidente, siamo gia nei minuti di recupero e i supplementari non sono previsti. Cambiare per non morire.
I trofei evocati nell’annunciare il nuovo allenatore, nel giustificare lo schizofrenico esonero di De Rossi, appena rinnovato per tre anni e con cui la squadra era ancora troppo legata, sono inchiostro (poco) simpatico in un comunicato che è rimasto solo carta. Nulla si crea, tutto è già distrutto. Il momento di decidere e andare oltre è arrivato per una dirigenza letteralmente allo sbando.
Che sia il ritorno di De Rossi, che sia il grande sogno Allegri, la suggestione Mancini o se telefonando risponde Ballardini (che ieri sera era al Franchi), il momento è ora. Ci sono state ombre, contestazioni, il licenziamento di De Rossi, la storiaccia mal gestita di Dybala in Arabia, l’addio di Lina Souloukou e del suo cerchio magico, ora ci sono figuracce difficili da allontanare. La Fiorentina, in quel che resta del Franchi, le macerie, la curva vuota, la gru, la terra smossa sotto la Fiesole, il cantiere, i lavori in corso. Ma a pezzi è solo la Roma: una squadra senza voglia, frastornata, senza personalità, senza idee, rassegnata alla mediocrità, che non si è mai avvicinata alle idee del suo nuovo allenatore.
Distrutta da una avversaria che non le è (sarebbe) superiore e che invece l’ha mortificata. E non sono solo i 5 gol incassati a dimostrarlo – la prima doppietta in viola di Kean, il rigore di Beltran, la rete prevedibile dell’ex ferito Bove, e persino l’autogol di Hummels, a pochi istanti dal suo esordio – è l’incapacità di reagire: la Roma sa fare solo quello che può in questo periodo, cioè niente. Saranno interminabili momenti di (non) trascurabile infelicità e giorni e giorni di cattivi pensieri. Con la certezza che la storia con Juric è davvero già finita.
FONTE: La Repubblica – S. Scotti