Anche i suoi collaboratori strabuzzavano gli occhi: “Erano incuriositi dalla mia attesa“, scherza Claudio Ranieri motivando una scelta trasgressiva. Ha lasciato fino alla fine in campo gli undici giocatori che avevano cominciato la partita, come se avesse definitivamente stabilito le gerarchie tra titolari e riserve. “Ma non l’ho fatto per questo – precisa -. Io valuto i giocatori momento per momento. La squadra stava interpretando bene la partita, non vedevo stanchezza né cali, perciò ho preferito non toccare nulla. Mi sembrava bello tenere dentro chi aveva cominciato, visto che la prestazione è stata ottima”.
Però i panchinari, a cominciare da Pellegrini che è sempre più marginale nella Roma di Ranieri, si sono scaldati per tutto il secondo tempo, salvo poi essere richiamati a pochi secondi dal fischio di Di Bello. Dall’aprile 2012 non capitava alla Roma una situazione così insolita: niente sostituzioni. In quel caso Luis Enrique a Lecce volle viceversa punire i responsabili di una batosta (2-4 da 0-4).
Tra gli intoccabili, o gli “imprescindibili” come li chiama Ranieri, si è rivisto un meraviglioso Dybala, di nuovo al centro di un possibile tormentone di mercato. Ranieri parla chiaro, dosando bene i vocaboli da usare: “Lo aveva già detto Mourinho, lo ribadisco io: c’è una Roma con Dybala e una Roma senza. Per me se Paulo sta bene gioca sempre. Se lo tolgo è perché magari lo vedo stanco o perché ho bisogno di qualcosa di diverso in certi momenti di una partita. Poi ognuno fa il suo lavoro: gli agenti cercano di proporre i loro giocatori in giro… Ma a noi nessuno ha presentato un’offerta. E io so che Dybala vuole restare“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida