L’Uomo dei Sogni, ma per qualcuno anche degli incubi, si accomoda in panchina. Luciano Spalletti decide di portare accanto a sé i 30 gol stagionali di Dzeko. Edin, dunque, l’unico responsabile per il flop europeo? Fate voi. Al fianco del bosniaco, tra le riserve pure Diego Perotti, che sembra essere finito in castigo. Il motivo? Lo sa lui e, ovviamente, pure Lucio. Che, solo apparentemente incurante dell’esito dell’incontro («Io non sono sfigato: ho raggiunto un livello professionale per cui una sconfitta o una vittoria non mi determinano niente») cambia la Roma rispetto al Lione con il chiaro obiettivo di bissare in campionato l’inutile successo ottenuto in Europa League. Perché le parole contano, ma talvolta – come ha spiegato sabato proprio il tecnico – non indicano la verità. Lucio, questo è certo, ci teneva eccome a battere il suo amico Eusebio Di Francesco e per farlo ha scelto una Roma (davanti) inedita. Meno di nove minuti, però, e gol di Defrel, ve lo ricordate?, che poco prima prima s’era pappato un gol grande così. Insomma, rete del vantaggio del Sassuolo firmata dall’attaccante che, in gennaio, era stato individuato (invano) dagli uomini di James Pallotta come l’ideale vice Dzeko (e/o Salah…). Per fortuna della Roma, però, Paredes ha il destro ispirato e il risultato torna in partita con il siluro dell’argentino dal limite dell’area emiliana.
UN DUBBIO LEGITTIMO – La partita è fatta di strambi errori e di inguardabili giocate da film comico. Con Szczesny che, quando ha la palla sui piedi o sulla testa, diventa attore protagonista di un film horror. E così anche la rete del sorpasso in extremis di Salah, favorita da quel grottesco scivolone sulla linea bianca del fragile Peluso, non fatica a rientrare nel pittoresco, sgraziato panorama tecnico della sfida. Per cui i tre gol che accompagnano le due squadre negli spogliatoi per l’intervallo appaiono addirittura pochi. Due della Roma senza Dzeko: una buona notizia, a pensarci bene. Dopo un’ora, dentro proprio Edin: giusto il tempo di ambientarsi e subito gol. Strano… Trentuno reti complessive (21 in campionato): non male. Certo, se non sprecasse tutte quelle occasioni… Tanto la storia è, e sarà sempre, la stessa: Edin non vale una lira. Ogni suo gol è casuale, frutto dell’incapacità altrui e mai della sua bravura. Se non altro, Spalletti ha smesso di etichettarlo come poco cattivo; ma forse, ricordando le sue ultime esternazioni, Lucio bluffava a buon fine. Non raccontava la verità, anche in quel caso.