Ultime settimane di Lorenzo Pellegrini sembrano rispecchiare un aforisma di Paulo Coelho: «Quando non ho avuto più niente da perdere, ho ottenuto tutto». In sostanza, la libertà dalle paure porta a episodi positivi che possono cambiare il corso del proprio destino. Ecco, Lorenzo aveva perso la fascia da capitano, un posto in squadra da titolare, il rinnovo del contratto, la fiducia di parte dell’ambiente romanista. E solo dopo essersi scaricato da mille responsabilità e dal peso di un ruolo in squadra che potrebbe schiacciare chiunque, contro la Lazio si è rivisto a tratti il vero Pellegrini. (…).
Quello di cui Francesco Totti qualche anno fa si era innamorato a tal punto da dire dopo una sua partita: “Sembrava che Lorenzo avesse la numero dieci sotto la sua maglia”. Un’incoronazione che, senza volerlo, può aver contribuito alle famose pressioni che hanno bloccato mentalmente quel ragazzo arrivato all’apice della sua carriera sollevando a Tirana il trofeo della Conference League. E dopo quel 22 maggio 2022 il vero Pellegrini è scomparso, avvolto dalle negatività e dal peso degli oneri verso una piazza affamata di vittorie e che invece è stata travolta dalle delusioni tra la sconfitta di Budapest, gli esoneri di Mourinho e di De Rossi, per poi vivere una stagione – la scorsa – in apnea tra il flop Juric e la cavalcata di Ranieri verso il quinto posto.
Proprio Sir Claudio aveva compreso a pieno i problemi di Lorenzo. “Deve tornare a sorridere, deve tornare a divertirsi in campo. Senza questo non si può essere calciatori”, aveva detto parlando del suo capitano. Una diagnosi che aveva trovato d’accordo anche Gasperini e sulla quale sta lavorando per arrivare a una cura definitiva. Il tecnico prima lo ha scaricato da ogni responsabilità ammettendo una sua possibile cessione in estate, poi lo ha tolto dai riflettori permettendogli di lavorare in tranquillità a Trigoria, infine lo ha “liberato” dalla fascia da capitano prima di rigettarlo in campo. Retroscena: Gasp aveva deciso di schierarlo titolare già da martedì scorso (…).
Questo per evitare “spifferi” esterni e di ricaricarlo di nuove responsabilità. Il lavoro fin qui è riuscito, grazie anche al centrocampista che durante l’estate ha smesso di guardare i social e si è circondato di persone di fiducia tra – naturalmente – la famiglia e gli amici. Il resto è storia: il gol nel derby, le lacrime in campo, la voglia di dare il massimo fino a quando vestirà quella maglia che ama. “Lorenzo è un talento che dobbiamo proteggere”, ha detto Laura Pausini al nostro giornale. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – J. Aliprandi











