Lorenzo e Paulo non sono ancora alternativi l’uno all’altro, ma oggi l’unica cosa che davvero condividono è un contratto in scadenza. Davvero curioso il destino di Pellegrini e Dybala, non troppo tempo fa considerati i gemelli-fantasia di questa Roma. Quando giocavano praticamente sempre insieme dietro una punta, ed è capitato spesso soprattutto con Mourinho e De Rossi, hanno illuminato il gioco della squadra come pochi altri. Da quando c’è Gasperini la musica è invece cambiata, insieme agli equilibri tattici e a un nuovo modo di intendere la fase offensiva.
L’allenatore, in qualsiasi caso, non le ha mandate a dire quando qualcuno ha avanzato il sospetto che Pellegrini stesse giocando meno del previsto, passando al contrattacco: «Ma se sta giocando sempre! Qual è il problema? Chi avrei dovuto togliere per farlo giocare di più?». Eppure il numero 7 è stato schierato titolare una sola volta nell’ultimo mese, contro l’Inter. Quel giorno, il giorno in cui Gian Piero ha inventato Dybala centravanti, il campo ha dato una risposta abbastanza evidente: nei 55 minuti di convivenza, due calciatori così tecnici ma al tempo stesso statici sono sembrati un lusso per una Roma (…).
Così, mentre Dybala esplodeva Pellegrini lentamente retrocedeva nelle gerarchie, restando novanta minuti in panchina contro Plzen e Parma e limitandosi a giocare 24’ contro il Sassuolo e 39’ con il Milan. La spiegazione, più che tecnica, è tattica. Gasperini chiede ai suoi di lanciarsi negli spazi, di aggredire l’area, di avere un atteggiamento propositivo anche senza il pallone tra i piedi.
E Dybala e Pellegrini sono due calciatori che non spiccano per dinamismo. Prima dell’infortunio che costringerà l’argentino a uno stop inatteso (e doloroso), Paulo aveva cominciato a spaziare per il fronte d’attacco e al suo fianco Gasp ha sempre preferito utilizzare calciatori più “sprintosi” come Soulé e Bailey. Lo spazio per Pellegrini si è inevitabilmente ridotto. I due sono molto amici e hanno sempre fatto il tifo l’uno per le fortune dell’altro, che poi sono le fortune della Roma. Ma la lesione di Dybala favorisce comunque il ragazzo di Cinecittà, non certo l’ultimo arrivato per un allenatore che gli avrà pure tolto la fascia di capitano – (…) – avendogli però donato la speranza di diventare un calciatore più evoluto.
È di Gasp, dopotutto, il merito di aver dato un ruolo a un calciatore che sembrava fosse destinato ai margini. «Pellegrini lo devo recuperare io da solo? Se è ormai è inviso alla piazza e alla società, non lo posso fare. Se lo recuperiamo perchè ci serve, e a me serve, allora facciamolo tutti insieme» disse prima di sganciarlo a sorpresa nel derby che Lorenzo ha poi deciso con un suo gol. Già da domani a Glasgow, vista l’assenza di Dybala, Pellegrini si riprenderà una maglia e proverà a dare continuità alle sue prestazioni fin qui altalenanti. È l’unica strada che porta verso un futuro ancora nebbioso. Fosse per lui, resterebbe a vita con la Roma. E lo stesso vale per Dybala. Sogni e desideri però, quando in ballo ci sono tutti questi soldi, devono incontrare un’opportunità reciproca. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota











