Gian Piero Gasperini parla da mesi di pericolosità, di efficacia, di capacità balistiche: sono le strade più idonee per arrivare al gol. Discorsi riferiti soprattutto ai suoi attaccanti, e sappiamo bene le difficoltà che la Roma sta vivendo per ciò che riguarda il reparto offensivo: Gasp aveva previsto tutto, insomma. Le punte segnano con il contagocce, i più forti sono stati spesso infortunati (Dybala e Bailey, e ora Dovbyk), Ferguson – (…) – è sparito per un po’ e il suo primo centro in campionato è arrivato solo due settimane fa, così come quello di El Shaarawy, che ha messo la sua firma in Coppa dopo mesi di astinenza.
L’attacco della Roma si è retto per ora sulle doti tecniche di Soulé, che non ha numeri da bomber, ma rispetto ai suoi colleghi è parecchio avanti: 4 reti in campionato e uno in Coppa, il suo piede sinistro spesso è stato decisivo anche per gli assist, quattro. Poi c’è Baldanzi, a zero pure lui. Le squadre di Gasp – (…) – hanno viaggiato a medie gol altissime, con la Roma qualche difficoltà la sta incontrando, anche nelle reti dei centrocampisti.
Se togliamo Pellegrini (…), la mediana giallorossa è a secco o quasi: è ferma alla rete di Cristante contro la Fiorentina. Koné è a zero reti (lo scorso anno ne aveva segnati appena due), così come Pisilli; El Aynaoui si è sbloccato, non in campionato ma nell’ultima sfida di Europa League con il Midtjylland. Scarseggiano anche i tiri in porta dei giocatori in mediana. Quello che ci ha provato di più è Pellegrini, che Gasp utilizza prevalentemente da trequartista/attaccante.
Lorenzo ha preso la porta 7 volte (…), Cristante 5 (su 21), El Aynaoui 2 (su 3), Pisilli 1 (su 1), Koné 1 (su 8). L’ultima Atalanta di Gasperini, dopo tredici giornate, aveva più gol degli attaccanti della Roma di quest’anno: Brescianini, De Roon, Ederson, Pasalic e Samardzic ne avevano segnati due a testa. Per non parlare di Koopmeiners che, nella stagione precedente, aveva firmato 3 reti dopo tredici giornate, una in più del Pellegrini attuale; e nel 22/23 era a quota 4, con Pasalic e Malinovskiy 1.
Il fatto che la Roma beatamente galleggi – fin qui – tra il primo e il secondo posto in classifica e sia in piena corsa per un posto tra le otto migliori dell’Europa League, è sicuramente un merito, ma visto il trend dei suoi interpreti, è una specie di miracolo sportivo. Diciamo che quel poco che ha creato, è riuscita ad trasformarlo in punti. Ma secondo l’allenatore non può essere una regola e il livello, di tutti, deve essere alzato al più presto: non sempre le partite si vincono per 1-0 e soprattutto, con queste difficoltà strutturali di calciatori e squadra, è complicato rimontare quando sei in svantaggio ed è accaduto negli scontri diretti con Milan, Inter e Napoli, più con il Torino ad inizio campionato. A volte – nelle varie competizioni – sono stati utili/decisivi i gol dei difensori, e in questo caso la Roma è in tutti i sensi una squadra gasperiniana. Due reti in campionato sono arrivate da Wesley, una da Celik e una da Hermoso, mentre Mancini e Ndicka si sono trasformati in bomber in Europa League, entrambi a Nizza, all’esordio.
La Roma, delle prime sette della classe, è quella che ha segnato meno: solo quindici reti, ha però dalla sua una solidità difensiva che altre non hanno. Il Milan, che gioca senza centravanti, è andato in gol 19 volte; il Napoli 20, la migliore di tutte è l’Inter, con 28. Il Como milionario ha segnato quattro reti più della Roma, il Bologna 7, perfino la Juve, tra le mille difficoltà e la confusione offensiva. è a più due sui giallorossi. (…)
FONTE: Il Corriere della Sera – A. Angeloni











