La Roma è tanta, come la sua gente. Un tifo in grado di riempire, in 60.207, l’Olimpico anche di lunedì sera, sfidando il freddo e il traffico romano in un giorno feriale a ridosso delle feste natalizie. Tanto alla fine c’è la Roma a ripagarti delle ore buttate in macchina e a scaldarti. E la temperatura percepita negli attimi successivi al gol di Wesley era tutto tranne che invernale, ma ci arriviamo. La serata dell’Olimpico è iniziata un po’ a rilento, colpa di quel traffico di cui sopra. I seggiolini si sono riempiti soltanto a ridosso, e oltre, il fischio d’inizio, con 60.000 romanisti, 200 e spicci tifosi ospiti. In tribuna, oltre al ct Gattuso con i suoi collaboratori Buffon e Bonucci (gli italiani osservati erano tutti nel lato romanista del campo), presente anche Paredes, insieme alla sua famiglia, (…).
Lo sviluppo della gara è chiaro, sia in campo che fuori, fin dall’inizio. La Sud trascina il resto dei settori e in campo, la Roma, aggredisce ovunque il Como. Il primo tempo è un assolo, ma nonostante le tante occasioni costruite il gol non arriva. La convinzione, comunque, è una: «Sosteniamo la squadra più forte che il mondo ha visto mai…». In Curva c’è tempo anche per ricordare Arcadio Venturi, con uno striscione e una sua citazione: «“Ricordando il periodo più bello della mia vita”. Arcadio Venturi… eterno capitano!». (…)
Nella ripresa, la Roma con lo sguardo rivolto alla Sud. Cambia il verso della partita, ma non la sua sostanza. Cristante segna dopo il palo di Soulé, ma l’esultanza dura il tempo di un amen e di vedere il braccio alzato di Feliciani per il precedente fuorigioco di Pellegrini. Sono le prove generali. All’ora di gioco Wesley scaraventa in porta la paura di un altro scontro diretto giocato bene, ma non vinto, portando la Roma in vantaggio e accendendo il boato. Poi parte: «La Roma è forte e vincerà». Una constatazione e una profezia. Tre punti che fanno quasi richiudere gli occhi, per ricominciare quel sogno lì. A Natale puoi anche sognare, forse. Intanto arriva il triplice fischio, la Roma sotto la Sud e il: «Roma alé» sulle note di Jingle Bells. (…)
FONTE: Il Romanista – S. Valdarchi











