Da Cafu a Bruno Peres, un esercito di brasiliani. E non solo a destra. Perché la tendenza in Casa Roma, a giudicare dagli ultimi venti anni, è affidarsi a esterni bassi (terzini, insomma) brasiliani. Basti pensare che sabato, in occasione del debutto contro l’Udinese, la Roma ne aveva uno a destra, Bruno Peres, e un altro a sinistra, Emerson Palmieri. Non una situazione inedita, probabilmente, ma sicuramente singolare. Che potrebbe ripetersi a breve con Peres-Juan Jesus. Doveva accadere, e accadrà, considerato che su quelle corsie, da Cafu a Bruno Peres, sono transitati esterni Made in Brazil di ogni tipo. Bravi, meno bravi e pure illustri pipponi. Una decina di anni fa, lo ricorderete, la tifoseria della Roma accolse con tutti gli onori Cicinho proveniente dal Real Madrid: doveva essere l’erede di Cafu, si è rivelato peggio del peggior Piris, il prototipo del difensore che mai avrebbe dovuto indossare la maglia giallorossa. Sbagliavamo noi, però, ad aspettarci qualcosa in più da uno che recentemente ha dichiarato di aver incontrato Gesù Cristo dopo aver bevuto 18 capirinhe e 14 birre. Maicon, sebbene arrivato a Trigoria con un ginocchio a pezzi, per una stagione è stato strepitoso, su è guadagnato la convocazione con la Seleçao per i mondiali nel suo Paese e poi si è ritirato, anche se ha continuato a giocare (giocare?) per un altro anno con la Roma.
BIG E FLOP Un’esperienza da esterno destro l’ha fatta pure Marquinhos, ma sono cose che è meglio dimenticare. Traffico di brasiliani da bollino rosso, invece, a sinistra. Prima di Emerson Palmieri, ecco i riccioli zoppicanti di Dodò, arrivato a Roma con un grande avvenire dietro le spalle e ripartito dalla Capitale senza lasciare tracce, se non nelle casse sociali con un +9 milioni di euro. Cedendolo all’Inter, il ds Sabatini disse: «Forse altrove prenderà anche un 7 in pagella, qui prendeva 6 anche se la squadra vinceva 3-0. E’ stato ceduto per salvargli la vita». Non si ricordano, a dire il vero, presenze di Dodò nella Seleçao o Coppe de campioni in bacheca. Nessun danno, ma anche poche cose belle, si ricordano pensando a Michel Bastos, arrivato alla Roma per svernare pochi mesi prima di tornare a guadagnare soldi facili al San Paolo. Tracce da esterno basso a sinistra anche con Marquinho e addirittura con Mancini, che Franco Baldini portò alla Roma nel 2003 perché era un terzino (alla brasiliana…) che aveva fatto molto bene all’Atletico Mineiro. Si ricorderà, poi, che anche Francisco Lima, un uomo per tutte le vendemmie, è stato posizionato più volte da Fabio Capello sulla corsia di sinistra con compiti di copertura. Alla Roma, insomma, non si sono fatti mancare davvero nulla, ricordando anche le partite giocate da terzino da Taddei, che Luciano Spalletti impiegava nel tridente d’attacco, con Luis Enrique in panchina.