Se non arrivassero periodicamente, dagli Stati Uniti, le rassicurazioni di Pallotta sul futuro aziendale, verrebbe da temere che la stessa Roma non sappia quale futuro l’attenda. L’allenatore, il capitano, il vicecapitano, l’organigramma societario, le pedine di mercato più richieste: a 40 giorni esatti dalla fine del campionato, tutto sembra ancora in discussione, in linea direttamente proporzionale ai risultati della squadra che per il sesto anno di gestione americana non vincerà un titolo e che deve ancora assicurarsi il secondo posto per tornare in Champions League.
L’ALLENATORE – Il nodo principale è naturalmente Luciano Spalletti, che alla vigilia di Pasqua ha lanciato chiari segnali d’addio, in corrispondenza con la fine del contratto e in attesa di una chiamata da un altro club. Spalletti è intenzionato a lasciare perché si era assegnato l’incarico di vincere con la Roma, dichiarando di voler migliorare i risultati ottenuti dal predecessore Garcia, ma non è riuscito a centrare l’obiettivo. A oggi è difficile immaginare che l’eventuale riconquista della Champions, che Spalletti ha perso due volte in pochi mesi (ottavi con il super Real Madrid, poi il playoff di qualificazione con il Porto), possa bastargli come ricompensa per sfidare il futuro. La Roma spera invece che il progetto giovani lanciato da Pallotta, già concretizzatosi nel colpo Kessie e nel riacquisto di Pellegrini, sia abbastanza convincente da farlo recedere dai propositi di addio. In caso contrario, Baldini e Monchi aspetterebbero per verificare cosa succede altrove: al Psg, dove Unai Emery non ha ancora la certezza di essere confermato, e non solo. A Trigoria non credono che sia necessario scegliere subito l’allenatore: la migliore delle stagioni recenti della Roma, con tanto di record di punti in campionato (85), è cominciata il 12 giugno 2013 con l’ingaggio di Garcia.
CAPITANI – Della situazione di Totti, che al novantanove per cento smetterà a fine stagione, parliamo a parte. E’ molto più controversa invece la faccenda legata a Daniele De Rossi, che è stato per oltre 10 anni capitan futuro e ora potrebbe diventare capitan passato senza mai passare per i gradi ufficiali. Il dg Baldissoni ne sta trattando il rinnovo con il procuratore Berti ma le parti sono ancora lontane, sia sulla struttura del contratto che sugli emolumenti. De Rossi ha offerte allettanti, anche in Italia, ed è disposto a dimezzarsi lo stipendio rispetto agli accordi stipulati nel 2012, ma non accetta un contratto di riconoscenza alla bandiera, perché si sente ancora un calciatore importante. Nonostante gli infortuni e nonostante i 34 anni che compirà a luglio. Difficile insomma che firmi per un anno con opzione per il rinnovo automatico fino al 2019 vincolata alle presenze, a meno che l’offerta economica non sia irresistibile, dunque superiore ai 3 milioni.
IL RESTO – Tre milioni potrebbero essere la cifra media anche del rinnovo di Kevin Strootman, che la Roma vuole stoppare per evitare di perderlo a parametro zero tra un anno: la trattativa è congelata da novembre ma dovrebbe chiudersi positivamente. Misterioso invece il destino di alcuni titolari, a cominciare da Manolas. Ed è attesa una ristrutturazione anche fuori dal campo, con l’arrivo del ds Monchi: Massara sembra destinato a restare ma non ha ancora dato una risposta. Cambierà infine il responsabile medico: il tedesco Helge Riepenhof ha deciso di andare via per dedicarsi al suo vecchio sport, il ciclismo.