Si ritrova a San Siro la Roma di Spalletti, su quel prato dove il 26 febbraio scorso sembrava essere diventata davvero grande prima di perdersi. Ieri a Milano i giallorossi hanno calato il poker e ritrovato il 2° posto a tre giornate dalla fine e a una settimana dalla sfida alla Juve. Si è ritrovato pure Dzeko che con una doppietta in mezz’ora ha superato se stesso (col Wolfsburg nel 2008) e Totti diventando il giocatore più prolifico in una stagione della storia della Roma con 37 gol. Ah giusto, Totti. Spalletti ritrova la Roma, ma non ritrova il rispetto per il giocatore più importante della storia giallorossa.
Ieri era l’ultima passerella del capitano a San Siro, uno stadio significativo per lui. I tifosi milanisti lo hanno applaudito per 10 secondi durante la lettura delle formazioni prima di esporre uno striscione: «La Sud (rossonera, ndr) rende onore al rivale Totti». E hanno atteso nella ripresa il suo ingresso per alzarsi in piedi. Invece l’ultimo cambio, sull’1-3, è stato Peres per Dzeko. Sono volati fischi, e sono volati insulti sui social quando Rizzoli ha fischiato un rigore che avrebbe potuto calciare Totti a 20 giorni dalla fine della sua carriera (forse). Le polemiche investono Spalletti che a fine partita si sfoga così: «Se tornassi indietro non tornerei mai ad allenare la Roma, si parla solo di questo, mi portano pure gli striscioni a Trigoria. Quando lo faccio giocare 5′ dite che lo prendo per il culo (letterale, ndr), a Palermo dite che aveva mal di schiena. Facciamo le votazioni e lo metto titolare. Era un po’ il discorso di quando sono arrivato: Datemi la gestione di Totti calciatore e non del campione. Ancora oggi non si sa il suo ruolo, eppure io lo chiesi alla società. Io dovevo vincere in tutti i modi la partita, questo contava e io ho visto la squadra che rincorreva».
Torniamo alla partita. La vittoria di ieri sera (non capitava dal 1954-55 che la Roma battesse le milanesi 4 volte su 4) è la sesta di fila in trasferta (record) e riporta i giallorossi sopra il Napoli dopo il derby perso e a una settimana dalla sfida con la Juve, l’ultimo vero ostacolo prima del traguardo. «Dopo il derby il rischio di andare in depressione ce l’hai- ha aggiunto Spalletti – Ero preoccupato, perché qui a Roma si vive quella grande passione che è difficile da gestire se non arrivano i risultati». Se la gode Dzeko: «Sono stati 90′ quasi perfetti. Possiamo battere la Juve. Ho sentito un dolore al polpaccio». Preoccupano pure Perotti (distorsione alla caviglia) e Nainggolan (affaticamento muscolare).