Ti senti meglio?
“Prima di tutto un ciao a tutti. Mi sento felice, ovviamente perché ho migliorato il mio record in termini di gol, ora sono a 27 in campionato e 37 in stagione. Sono felice e orgoglioso, ho lavorato tanto in precampionato e durante la stagione. Quando ho segnato 36 gol col Wolfsburg avevo 22-23 anni, ero un giovane ragazzo, ero all’inizio della carriera. Probabilmente si pensa che quando un giocatore invecchia peggiora, sono contento che il mio caso sia diverso. Sono al top, significa che se lavori tanto ottieni risultati. Non è una questione di età, bisogna dare tutto”.
Pensavi che avresti segnato così tanto dopo la scorsa stagione? “La prima stagione è sempre un po’ diversa, non so perché. Forse ho bisogno di qualche mese, c’è voluto più tempo di quanto mi aspettassi per adattarmi. Non avevo dato tutte le mie qualità, mi son detto di lavorare bene in preseason con la squadra e penso quest’anno di aver mostrato quello che so fare. Se giochi male è anche colpa tua, ma è vero che non avevo svolto la preparazione con la squadra. Ero al Manchester City, parlai con Pellegrini e gli dissi che volevo andare via. Quindi non giocai le amichevoli, giocammo contro la Roma e dissi che non volevo giocare perché sarebbe stata la mia futura squadra. Lui era d’accordo e mi disse che era meglio che rimanessi fuori. Le amichevoli ti danno tanto”.
Qual è il tuo gol preferito? “Il primo è sempre speciale, anche perché era contro la Juventus, una delle migliori squadre d’Europa. Vincemmo alla fine, quindi fu speciale. Come ho detto prima, è sempre speciale quando segni il primo gol”.
Chi è il tuo compagno di stanza in trasferta? “Generalmente, siamo da soli. In ritiro, era Zukanovic. Anche nella scorsa stagione stavamo insieme in squadra, ma da quando è andato via sto da solo. È buono poter andare a dormire quando vuoi e dormire quanto vuoi, a volte ti svegli più presto, a volte vai a letto più tardi. Zukanovic andava a dormire sempre prima di me”.
Che rapporto hai con Paredes? “In generale ho un buon rapporto con tutti. Lui l’anno scorso è andato in prestito, è un bravo ragazzo. Empoli gli ha fatto bene, è tornato più volte”.
El Shaarawy? “È un bravo ragazzo anche lui, è tranquillo. È un buon compagno con cui giocare, ma come ho detto prima con tutti ho un buon rapporto. Con Stephan giochiamo vicini, a volte può fornirmi assist”.
Salah? “Mi piace giocare con Momo, mi ha dato più assist di tutti. È un grande giocatore, quando c’è è più facile giocare, corre sempre nello spazio e posso giocargli il pallone. È simpatico e tranquillo”.
Szczesny? “È un ragazzo divertente. Penso che Manolas anche sia divertente, anche se parla troppo. È quello che parla di più nello spogliatoio”.
Un messaggio per i tifosi bosniaci? Dzeko saluta in bosniaco.
Sulla qualificazione ai mondiali. “Dipende dalla partita con la Grecia, all’andata hanno segnato al 95′. Avremo il nostro stadio, se vincessimo avremmo più possibilità di arrivare primi o secondi”.
Quali sono le differenze tra i campionati in cui hai giocato? “Penso che in Bundesliga giochino tanti giovani, in Inghilterra c’è un campionato più fisico, non è facile giocare lì. Il campionato italiano è il più tattico, sono totalmente diversi. In Germania le squadre non sono chiuse, provano a segnare, non c’è molta tattica. In Italia se una squadra perde 1-0 non attacca, attende la fine per segnare, non è molto attrattivo per i fan”.
Quale partita vorresti rigiocare?
“Parliamo di questa stagione, tornando molto indietro non cambierei molte cose. Penso che cambierei il secondo tempo di Lione e la prima partita contro la Lazio in Coppa Italia”.
Idolo da bambino? “Shevchenko. Era speciale, era il mio idolo, volevo sempre vederlo, conoscerlo, ricordo quando giocammo col Milan in Coppa UEFA col Wolfsburg a San Siro, gli chiesi la maglia, probabilmente è la maglia più preziosa”.
Sulla doppietta a San Siro. “San Siro è uno dei migliori stadi, il Milan uno dei migliori club del mondo. È stato bello andare lì, vincere la partita e segnare due bei gol. Sono stato felice per me e per i miei compagni, mio padre era lì”.
Qual è la tua macchina preferita? “A essere onesti, non lo so. Domanda tosta (ride)”.
Ti piacciono le Serie TV? “Guardo molte cose in TV, quando ho tempo libero, in trasferta, sul pullman, in treno. Mi piace tutto. Mi piace House of Cards, Prison Break, forse la prima serie che ho visto”.
Com’è cambiata la tua vita dopo la nascita di Una? “È cambiata molto, ma anche prima non andavo molto alle feste”.
Cosa ti piace di Roma? “Il tempo, è fantastico. In Inghilterra piove molto, qui è diverso. La mia famiglia si gode la città e il tempo, perché non è freddo, c’è meno pioggia. Si può stare in giardino a giocare con i bambini”.
Su Manchester. “Molti dicono che non sia bella, ma mi piace la città, mi piaceva vivere lì. È molto sicura, tutto va secondo le regole. L’unica cosa negativa era il tempo”.
Piatto italiano preferito? “La pasta. Ne mangio molta, coi frutti di mare”.
Piatto bosniaco preferito? “Un piatto di mia madre che si chiama sarma”.
Film preferito? “No Man’s Land di Danis Tanović, ha vinto il primo Oscar per la Bosnia. Se non l’avete visto, dovreste guardarlo. È molto triste”
Un tifoso lo ringrazia. “Prego”.
L’abitudine italiana più strana? “Non lo so, hanno molte abitudini. Quando non ero ancora arrivato in Italia e vedevo la gente gesticolare mi chiedevo perché. Ora lo faccio io, mi guardo e mi fermo. Lo faccio anche coi miei amici, succede solo qui in Italia”.
Un suggerimento per diventare un grande attaccante? “Niente arriva per caso, penso che tutto quello che ho raggiunto sia arrivato perché ho lavorato molto duro nella mia carriera”.
Com’è stato essere ospite a The Szczesny Show? “Avevo molto da fare, quindi forse ero un po’ nervoso. È molto divertente quando ti fa le domande sui sui ex compagni. Me la sono goduta”.
Colore preferito? “Non me l’hanno mai chiesto. Al momento, il giallo e il rosso sono i colori preferiti a Roma, quando esco preferisco colori diversi, come il beige. In nazionale abbiamo il bianco e il blu, lì preferisco quelli. Ci sono tanti colori, dipende dalla città dove sono, dalla situazione, da dove vado e cosa faccio”.