Soldi. Tanti e subito. Il piano A della Roma è salvo. Partecipando alla Champions League, che sarebbe certificata da una vittoria contro il Genoa, il club potrebbe onorare le scadenze stabilite dal prossimo bilancio (oltre 40 milioni solo per i riscatti obbligati dei calciatori già in organico) ed evitare di perdere troppi campioni. Una cessione pesante è comunque necessaria e dovrà essere probabilmente ratificata entro il 30 giugno, per riequilibrare i conti dell’esercizio in corso, ma il secondo posto è una manna per scongiurare una serie di sacrifici che altrimenti sarebbero stati indispensabili.
STRATEGIA – Monchi nell’immediato sta lavorando su tre fronti: il monte stipendi da alleggerire, anche nell’ottica dei rinnovi di De Rossi (sicuro) e Strootman (molto probabile); la ricerca di giovani bravi che possano sostituire i partenti senza farli rimpiangere; la questione dell’allenatore, con Spalletti che percepisce già gli spifferi dell’uscita. La Roma ha deciso di aspettare fino all’ultimo l’annuncio della probabile sostituzione perché a sua volta non ha alcuna certezza sulla disponibilità altrui. Emery non è stato ancora esonerato dal Psg e potrebbe salvare il posto qualora vincesse la Coppa di Francia nella finale abbastanza scontata contro l’Angers, in programma sabato prossimo. Paulo Sousa, rimasto fuori dall’Europa con la Fiorentina, è un allenatore che intriga ma non convince tutti i dirigenti. L’unico tra i tecnici contattati ad aver dato disponibilità sicura è Eusebio Di Francesco, che ieri ha rilasciato dichiarazioni caute sul futuro al Sassuolo («Potrei anche rimanere») ben sapendo, come già aveva svelato Gasperini quando la Roma lo aveva sondato, di non essere la prima scelta.
RINFORZI – Il resto del mercato per ora è fatto di chiacchierate, di considerazioni e di schermaglie, se si esclude la trattativa con l’entourage di Lorenzo Pellegrini, che la Roma ha deciso di riscattare dal Sassuolo come prevede la clausola da 10 milioni. Manca però ancora l’accordo con il giocatore, che è vincolante per la stesura del nuovo contratto. Pellegrini del resto ha tante offerte importanti e vuole giocarsi bene le sue carte. Sabato, a margine di Chievo-Roma, i dirigenti delle due società hanno parlato di Lucas Castro, centrocampista che ha segnato il primo gol della partita e poi è stato sostituito nell’intervallo: può essere un buon affare perché va in scadenza nel 2018 e viene da un campionato di ottimo livello (5 gol). Ma non è, a 28 anni, una priorità per Monchi, che segue con maggiore attenzione Jakub Jankto, classe ’96, tra le grandi sorprese dell’Udinese di questa stagione: ha già debuttato con la Repubblica Ceca.
RESTO – Ma alla Roma servono soprattutto i difensori. Un centrale, soprattutto, che possa riempire la casella liberata da Manolas o Rüdiger, e possibilmente un terzino destro visto che Bruno Peres ha deluso e, nelle intenzioni della società, verrà ceduto purché venga individuato un compratore che spenda almeno 12 milioni. L’ideale sarebbe Jerome Boateng, che gioca in entrambi i ruoli e ha rotto con il Bayern, ma i costi dell’operazione sono enormi. Più facile da sfruttare sarebbe la sponda Chelsea, con le alternative giovani Zouma (francese) e Christensen (danese) egualmente apprezzati da Monchi. Dalla lista inoltre non va depennato Lenglet (’95), che lo stesso Monchi ha portato al Siviglia a gennaio dopo averlo visionato a lungo nel Saint-Etienne. Tra gli italiani, invece, non dispiace Francesco Acerbi, che dovrebbe lasciare il Sassuolo: ma per un centrale di 29 anni la Roma non intende investire grandi somme. Capitolo vice Dzeko: Monchi ripensa all’ex romanista Sanabria, che ha seguito proprio a Siviglia con la maglia del Betis. Tra le punte esterne infine non si perde di vista il Papu Gomez, vecchio pallino: l’Atalanta stavolta è disposta a venderlo. Il Verona, neopromosso in A, sogna invece il ritorno di Iturbe, che il Torino non sembra voler riscattare.