Abel Balbo, Macos Cafu e Damiano Tommasi, tre giocatori ex compagni di squadra di Eusebio Di Francesco che hanno condiviso con lui, tra le altre, anche l’esperienza dello Scudetto del 2000-01, ci parlano del nuovo tecnico della Roma…
Si vedeva che Eusebio era un ragazzo molto intelligente e una persona brillante: avrei scommesso che a fine carriera avrebbe raggiunto qualsiasi obiettivo si fosse prefissato. E così è stato
Abel Balbo
“Eusebio è stato un gran bel giocatore, molto bravo tatticamente e molto altruista. Si metteva infatti molto al servizio della squadra ed è stato infatti molto utile agli allenatori che lo hanno avuto a disposizione. Come compagno di squadra poi era eccellente, un ragazzo con grandi valori, serio e professionale.
Si vedeva che era un ragazzo molto intelligente e una persona brillante: avrei scommesso che a fine carriera qualsiasi obiettivo si fosse prefissato lo avrebbe raggiunto. E così è stato.
Come allenatore ha iniziato dal basso, facendo la giusta gavetta. E ha anche vinto, già quando era al Pescara in Lega Pro portandolo in B. Ha poi avuto questa opportunità al Sassuolo, dove ha fatto vedere in questi anni di sapere organizzare la squadra dandogli un gioco e continuità di risultati. Ha fatto quindi finora una bellissima carriera anche da allenatore: ora il nuovo passo, meritato, con la Roma”
Già quando giocavamo insieme Eusebio faceva molto attenzione alla parte tattica ed era capace di leggere una gara anche quando non era in campo. Per cui non mi stupisco per quello che è diventato oggi
Marcos Cafu
Eusebio è stato un giocatore di alto livello, sempre in armonia con i compagni: un grande professionista, dentro e fuori il campo. Un ragazzo eccezionale, che faceva sempre le cose in maniera corretta, metteva in campo grande impegno e pretendeva il massimo anche dai compagni.
Faceva molto attenzione alla parte tattica ed era capace di leggere una gara anche quando non era in campo. Per cui non mi stupisco per quello che è diventato oggi.
Essere allenatore è infatti molto diverso da essere allenatore, sono due ruoli che hanno responsabilità molto diverse. Eusebio ora ha in mano lo spogliatoio di una squadra ed essendo un uomo molto intelligente, sono sicuro che riuscirà a gestire anche quello giallorosso e a portare avanti le sue idee.
Sa quali sono i valori non solo dello sport ma anche della vita e della famiglia e per questo sa come tirare fuori il meglio da una squadra”.
Eusebio è stato ed è uno dei miei riferimento nel mondo del calcio, sono molto legato a lui e lo stimo. Ora si trova a fare lo step giusto al momento giusto
Damiano Tommasi
“Ai tempi in cui eravamo compagni di squadra in giallorosso si vedeva subito che lui aveva un modo di interpretare lo spogliatoio in maniera particolare, nel senso che si sentiva la sua presenza, a prescindere dal fatto che lui fosse titolare o meno: Eusebio a quel tempo sapeva già valorizzare e interpretare il gruppo come qualcosa che va oltre l’aspetto di gioco sul campo.
Il ruolo di Team Manager nel 2005-06 gli è servito come step intermedio prima di intraprendere la carriera da allenatore. Infatti dopo quell’anno lui andò a fare altre esperienze dirigenziali in realtà più piccole che gli sono servite per affinare le sue doti di leadership.
Ora la sua ascesa continua e si trova di fronte un nuovo banco di prova, visto che gli obiettivi nella Roma si alzano. Io ritengo giusto che lui si misuri con nuove avventure e traguardi più importanti: Eusebio ha fatto una sana e giusta gavetta e ora si trova a fare lo step giusto al momento giusto”.