Come sta andando questa nuova avventura alla Roma?
“Per me personalmente è cambiato tantissimo, il modo di pormi nel lavoro, il ruolo, la società. Il mio mondo di riferimento è diventato Roma: una città straordinaria, una piazza ambiziosa, una società molto ambiziosa e professionale e con progetti molto seri, con una grande dimensione nazionale e soprattutto internazionale verso il calcio che conta, dove la Roma non può mancare”.
Obietivo scudetto il prossimo anno? “Iniziamo a dire che ogni campionato fa storia a se. Quello di quest’anno ha portato determinati risultati, ci sono tanti cambiamenti, quelli che si troveranno ai nastri di partenza il 20 agosto saranno squadre differenti e tutte avranno obiettivi da raggiungere. Noi vogliamo essere competitivi e per questo ci stiamo attrezzando. essere qui è merito del percorso che ho fatto al Milan, ho cercato di portare le mie qualità, come l’attenzione ai particolari. Voglio dare un contributo in questa società, che ha un legame forte con la sua tifoseria. Dobbiamo guardare sempre verso i massimi obiettivi e di non farci travolgere dalla depressione in caso di fallimento, la squadra lo ha dimostrato quest’anno e anche la piazza, non ricordo particolari momenti di depressione, anche quando eravamo distanti dalla Juve, ci siamo sempre ripresi. Rappresentiamo la Capitale d’Italia, la Roma che ha un posto nella memoria di ogni persona del mondo».
Un voto alla stagione? “I giudizi lasciano il tempo che trovano, ma sicuramente la squadra ha fatto bene, una stagione da 8. Ma ci siamo attrezzando per l’eccellenza”.
Di Francesco? “Intanto abbiamo portato a Roma uno dei migliori ds europei, Monchi, che ha scelto anche l’allenatore. Siamo molto contenti che Eusebio sia venuto da noi, che prenda lo scettro da Luciano Spalletti che ringrazio ancora per quanto ha dato a questa società. È stato scelto per la sua cultura del lavoro e per la voglia di stupire, con un bel calcio finalizzato ai risultati. Eusebio conosce l’ambiente, ha vinto lo scudetto qui da giocatore, è andato via, ha fatto varie esperienze: ora torna dopo ottimi risultati con il Sassuolo e ha in mano l’opportunità di lavorare con una grande. Ci auguriamo che faccia il percorso di altri allenatori provenienti da squadre di provincia al momento del grande salto. Stiamo cercando di dare a Di Francesco una squadra in grado di esprimere la sua concezione di calcio”.
Stadio della Roma? “Siamo sicuramente molto contenti del risultato raggiunto a proposito dello stadio e ne vorrei approfittare per ringraziare Mauro Baldissoni, il nostro direttore generale che si è dedicato anima e corpo a questo progetto ed è riuscito, con il sostegno di tutti, a portarlo nei canali che ormai sembrano definiti. Il progetto approda alla Conferenza dei Servizi, che dovrebbe seguire un iter abbastanza spedito e noi ci auguriamo di poter giocare nel nuovo stadio nella stagione 2020/2021. Tutto questo ovviamente comporterà ancora delle attese, ma siamo certi che poi cominceremo a posare la prima pietra e faremo i primi lavori”.
Avete avuto dei contatti con degli sponsor? “Certamente ci sono ottime opportunità commerciali che deriveranno dal nuovo impianto, evidentemente i discorsi sono stati aperti ma sono tutti in stand-by in attesa del completamento dell’iter di approvazione”.
Qualche parola anche sul futuro di Francesco Totti? “Aspettiamo una risposta da Francesco, che ora è meritatamente in vacanza. Ha un contratto da giocatore fino al 30 giugno, ora il nuovo corso partirà dall’1 luglio, c’è tutto il tempo per definire tutto nel migliore dei modi”.
Il suo ruolo? “Abbiamo aperto un dialogo continuo con Francesco, è una situazione delineata dal punto di vista contrattuale con società, bisogna capire le sue volontà. Ci auguriamo ovviamente di proseguire insieme.
Sarebbe andata meglio se avessi gestito direttamente il caso Totti? “Mi ci sono assolutamente dedicato, siamo una società molto unita, mi assumo anch’io le mie colpe”.
E il mercato? “Non credo sia necessario rivoluzionare la squadra arrivata seconda in campionato. Ci saranno sicuramente degli aggiustamenti sia in entrata che in uscita, l’obiettivo è fare il meglio possibile per dare a Di Francesco una squadra che interpreti al meglio il suo calcio. È un team in cui si lavora insieme, Monchi ha un ruolo, è responsabile dell’area sportiva, seguirà in prima persona la relazione con l’allenatore, il mercato, i giocatori, è stato preso per quello, viene a completare molto bene una squadra dirigenziale che parte insieme per una nuova avventura, con nuovi protagonisti”.
Siete una triade? “Non è un termine che mi piace particolarmente, cerchiamo di completarci nel modo più veloce e completo possibile”.
Lorenzo Pellegrini? “Ad oggi non è un giocatore della Roma, è del Sassuolo, ogni cosa a suo tempo. Faremo quello che dobbiamo, stiamo facendo e siamo convinti di mettere i tasselli al posto giusto per avere una Roma più forte e competitiva”.
Cosa lo ha colpito di Monchi… “Mi ha colpito la sua straordinaria professionalità, la dedizione al lavoro e la voglia di crescere. Se ha scelto Roma lo ha fatto perché crede nel progetto”.
La questione dei portieri… “Szczesny è un giocatore straordinario, che ha fatto con noi una stagione meravigliosa, oltre le più rosee aspettative. Lo salutiamo con grande affetto, abbiamo scelto Alisson, il portiere titolare della nazionale brasiliana, partiremo con lui. La continua ossessione di vittoria piace a tutti, ma tutti vogliono vincere, noi vogliamo che tutti vogliano prepararsi a vincere”.
Le 4 italiane in Champions… “Mi fa piacere per il calcio italiano, è importante sottolineare che è stato un lavoro di squadra, non ritengo di avere avuto un ruolo predominante. E’ una conquista che il calcio italiano deve però difendere sul campo, rimarrà tale solo se ci saranno le prestazioni per difendere questo posto nel ranking. Per fare questo si deve prendere sul serio ogni competizione e ogni turno, a partire dai preliminari”.
Arriviamo al Milan… “E’ una società che si trova in un momento estremamente importante, il cambio di proprietà permette di avere diverse agevolazioni, hanno il dovere di investire nella squadra tenendo però sotto controllo i conti. E’ sicuramente un club che deve avere un posto di rilievo nel calcio italiano, così come tutte le squadre che quest’anno giocheranno in Europa”
Gianluigi Donnarumma… “Non mi permetto di giudicare operazioni di altre società, non entro in una vicenda così delicata, per questo motivo da parte mia nessun tipo di commento e di giudizio, tantomeno ritengo che possa avere senso pensare ‘come sarebbe stato sè, tanto non lo è e non ci sono controprove. Mi auguro e spero che Donnarumma abbia ciò che la vita gli ha donato, ovvero un immenso talento a servizio del calcio. Ha diritto di scegliere quella che sarà la sua vita. Per il resto, è tutto molto social e mediatico, dobbiamo stare molto attenti quando esprimiamo i nostri giudizi”.
Donnarumma alla Roma? “No, abbiamo Alisson, Skorupski, Lobont. Siamo coperti. E non faremmo mai uno sgarbo a un’altra società italiana. Quando Donnarumma arrivò al Milan non ne conoscevo le capacità e non potevo prevederne il futuro. Quando venne deciso da Mihajlovic di schierarlo al posto di Diego Lopez ho seguito con grande apprensione i suoi primi passi. Oggi è diventato facilissimo prendere una posizione, colpire e poi stare a vedere cosa succede. Sono aspetti molto preoccupanti, probabilmente amplificati oltremisura, perchè non penso che minacce via social possano essere reali o atti delinquenziali, ma sono il segnale di quanto leggerezza viene messa in certi commenti”.
Un passaggio sul fair-play finanziario… «Non è piacevole essere sotto commissariamento, dimostra che le 20 società non sono riuscite a trovare un accordo, ma è un momento di crescita e di riflessione. Con Taveccchio, Nicoletti e Uva stiamo lavorando, non abbiamo fatto una bellissima figura con i diritti tv ma si impara dagli errori fatti, lavoriamo insieme e siamo convinti e ottimisti che otterremo quello che cercavamo e verrà riaffermato il valore a livello domestico e internazionale del calcio italiano”.
La Var? “La giudico molto positivamente, era improcrastinabile, quasi ingiusto, che il giudizio del lavoro degli arbitri fosse giudicato da casa con mille replay, in questo modo rimane sempre nell’ambito della classe arbitrale che deciderà il corso della partita e potrà solo portare dei miglioramenti alla qualità del gioco e alla certezza del risultato e continuare a crescere come prodotto sia in Italia che a livello mondiale”.
D’accordo con le opinioni di Beppe Marotta sui procuratori dei giocatori… “La posizione di Marotta è condivisa, è vero che ci sono procuratori seri e alcuni esosi e sono sempre più decisivi per il destino sportivo di un calciatore. Inoltre sono risorse importanti che escono dal sistema calcio e qualcosa va fatto”.
Le priorità per il sistema calcio italiano… “Gli impianti e di conseguenza il pubblico negli stadi, sono le due urgenze del calcio italiano se vuole tornare ad essere il più importante a livello europeo e il campionato guida”.