Conosce bene Di Francesco…
“Non so se è stato l’ultimo ano da giocatore, ma era indubbiamente uno degli ultimi. È un bravo ragazzo, un’ottima persona e un ottimo allenatore”.
Quando si arriva dal Sassuolo alla Roma lo scetticismo sul salto di qualità c’è sempre. È un luogo comune? “Sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Il calcio è uguale ovunque. Non è possibile che alla Roma debbano arrivare solo e sempre tecnici dai 15 anni di esperienza. La città ha pressioni notevoli, ma Eusebio la conosce bene. Sa le dinamiche. È avvantaggiato”.
Di Francesco ha detto: “Sono stato scelto per il gioco che faccio”. De Rossi potrebbe fare il regista o si dovrebbe cercare altro? “Lui non sarà dogmatico. Ha un sistema di gioco basilare, il 4-3-3, ma ha giocato anche con la difesa a 3. Non andrà a snaturare il suo credo, almeno all’inizio. De Rossi può giocare dove vuole, anche davanti alla difesa. Il suo problema non è il ruolo di certo”.
Quanto serve uno che sappia impostare nella difesa centrale? “È un ruolo molto importante. Un difensore che sappia iniziare l’azione serve”.
Paredes? “Ha potenziale, è un ottimo giocatore. È giovane e deve maturare, Roma è esigente e vuole tutto subito. Si vuole vincere e spesso si è severi nel giudizio. Ma nel suo ruolo può diventare uno dei migliori. Le qualità ci sono”.
Dzeko è il centravanti ideale per Di Francesco? Servirebbe un vice? “Eusebio al Sassuolo ha alternato al centravanti la classica prima punta. Poi ha avuto Defrel che non dà punti di riferimento. Dzeko non si discute, sarà uno dei punti cardine di questa rosa. Certo, andranno a cercare altri giocatori. Ma a livello europeo nessuno viene a farti la riserva di Edin”.
Di Florenzi il nuovo mister dice: “Voglio puntare sulla specificità del ruolo”. Dove vede lei il giocatore? “Mezzala. L’ho visto giocare contro di me da terzino, però, e ha fatto bene anche in quel ruolo”.