Ci saranno un paio di volti nuovi, Gonalons e Karsdorp, ma questo non basta per accendere la fiamma. A Roma ci si aspetta di più, da sempre. Per ora si parte zoppicando, in attesa di ritrovare le vecchie facce, come De Rossi, che sceglie di finire le vacanze e non di rinfrescarsi – in anticipo – a Pinzolo e Nainggolan, ma non solo loro. Alla squadra mancano i vecchi, i nazionali ma soprattutto i nuovi che accendono le folle, a parte i due succitati. Senza ricordare ogni volta che il mercato chiude il 31 agosto, per Di Francesco sarebbe stato meglio avere qualche giocatore in più in partenza, anche in questo ritiro fatto soprattutto di giovani e gente di passaggio, appoggiata in squadra in attesa di altre riscoprire altre vie.
EUSEBIO STAR DEI 31 – A proposito, Di Francesco. Eusebio è uno dei volti nuovi, diciamo l’ancora a cui si appoggia la Roma in costruzione. Il nuovo allenatore ha chiesto due giocatori per ruolo, sotto questo aspetto c’è da lavorare. Ad occhio il centrocampo è stato potenziato, con gli arrivi di Pellegrini e Gonalons, lui sì da questa mattina sarà nel gruppo, mentre l’azzurrino è finito a Mikonos e raggiungerà la squadra per la tournèe in Usa, dal 16 luglio. C’era bisogno di qualche giocatore in più per spiegare subito certi meccanismi difranceschiani. Spalletti solo poche settimane fa, il periodo del megafono per intenderci, fece notare come a Pinzolo, in sede di preparazione, gli sono mancati i difensori e non ha potuto lavorare su alcuni meccanismi che aveva in testa. Gli allenatori da campo sono così, vanno assecondati. Ma oggi il calcio è business tutto l’anno, anche quando in teoria si dovrebbe fare sul serio, ovvero dai primi giorni di preparazione. Le montagne ora servono per coprire certi accordi pubblicitari e non troppo la preparazione, che da qualche anno a questa parte, viene fatta itinerante. Ma a questo è, ci abbiamo fatto l’abitudine. Alisson, Lobont, Karsdorp, Florenzi, Emerson, Peres, Castan, Nura, Juan Jesus, Mario Rui, Gerson, Gonalons, Perotti, Tumminello, Sadiq e Ponce, sono le stelle di questi otto/nove giorni di antipasto, tra il raduno di oggi a Trigoria e il ritiro in Val Rendena. Florenzi e Emerson sono convalescenti, Karsdorp idem. Della prima squadra ci sono Gerson, Gonalons, Juan Jesus, Perotti e Peres. Da studiare attentamente c’è Tumminello e il terzino brasiliano (così ha detto Di Francesco), gli altri più o meno possiamo considerarli di passaggio e non è escluso che non partano all’ultimo secondo (come Zukanovic-Genoa) o che lascino il ritiro prima. Bisognerà capire i progressi fisici di Nura, giovanotto di cui si diceva un gran bene ma che poi è caduto nel crociato pure lui e ha stentato a riprendersi. Manolas lo scorso anno c’era ed era molto arrabbiato (sempre per la questione contratto), quest’anno non c’è ed è sempre arrabbiato e chissà se farà pace con la società e chissà come e se si aggregherà al gruppo più in là.
CAPITAN AGOSTO – Salah e Ruediger c’erano e quest’anno non ci saranno, perché ceduti in Premier. Mancano all’appello il vice Dzeko, il sostituto di Momo, almeno un altro terzino e almeno un centrale difensivo di livello (oltre a Foyth). La Roma dovrà essere pronta per metà agosto (il 20 comincia il campionato), per le amichevoli in Spagna, a Siviglia, e ad Avellino. Li capiremo qualcosa di più. E il tecnico stesso potrà svelare le ambizioni della squadra, che non dovrà guardarsi solo da Napoli e Juve come competitor, ma pure da Inter e forse (anche se un passo dietro) il Milan. Più c’è la Champions. Totti non c’è e questo dispiacerà al popolo calciofilo e a chi in tutti i ritiri ha sfruttato la sua simpatia pure per le serate di piazza. Ma a parte questo, che non vuole essere l’elogio del fenomeno da baraccone, Totti manca perché Totti riempie. Il campo e la vita dei ritiri, la vita dei fotografi, quella giornalisti e dei tifosi della Roma, che a Pinzolo saranno comunque tanti, ma con quel velo di tristezza in più. Ovvia. Totti, se va bene, comincerà a lavorare per la Roma da agosto. Ora servono gli acquisti per abbattere le perplessità. La partenza monca (o Monchi) ci sta, è scontata, il futuro dovrà essere migliore. Scontato anche questo.