Il collo stretto da una cravatta, la giacca leggera sulle spalle larghe, la sveglia presto per accompagnare a scuola i figli Cristian e Chanel e poi correre a Trigoria: il solito rituale, il caffè, qualche giornale. Senza però il piacere di prendere a calci un pallone. A tenere lontano il pensiero c’è ancora Sabaudia, il fine settimana lo passerà in barca a Ponza, a seguire potrebbe regalarsi una deviazione abbondante per far tappa alle Bahamas. Ma presto l’estate sarà finita e allora Francesco Totti inizierà davvero una nuova vita. Una vita in cui del pallone sarà attore non protagonista. Avrà il suo solito ufficio, al primo piano di Trigoria, ma cosa farà davvero non lo sa nemmeno lui: a 40 anni Totti è un dirigente giovane, anagraficamente ma soprattutto a livello di competenze. Deve ancora firmare (lo farà quando tornerà la squadra dagli Usa) e certo fatica a vedersi manager. Quando Eusebio Di Francesco gli ha telefonato, un paio di volte, s’è preoccupato di fargli capire di volerlo davvero intorno a sé, non di offrirgli un lavoro. Monchi lo ha convinto con un ragionamento efficacissimo: non decidere prima cosa vorrai fare da “grande”. Scoprilo facendolo. Gli ha raccontato che lui stesso nel primo anno dopo il ritiro ha studiato, occupando la posizione simbolica di delegato del club: è così che ha potuto formarsi come direttore sportivo.
Totti ha ottenuto di avere due soli referenti: il ds spagnolo e il presidente Pallotta. Non altri, come invece gli impose il presidente anni fa. Visionerà giovani calciatori, come vorrebbe Monchi, che l’occhio di Francesco pare volerlo testare. Altre volte si metterà al servizio dell’allenatore-amico, quando magari ci sarà bisogno di far valere il carisma o di mediare con la società che Francesco stesso si troverà a rappresentare. Alla fine, accetterà pure di rappresentare il club, come vorrebbe Pallotta. Darà il benvenuto a Defrel, ingaggiato ieri dopo una trattativa estenuante con il Sassuolo per 20 milioni di euro complessivi: 5 per il prestito, altri 15 per il riscatto obbligatorio tra un anno. «Può giocare da prima punta o a destra come ha già fatto con me – annuncia Di Francesco – ci aiuterà a aumentare la competitività della rosa». Totti invece dovrà trovare il modo di resistere alla tentazione di rimettere gli scarpini: si accontenterà di qualche partita a Padel. E si godrà dalla scrivania la sua maglia incorniciata: per almeno una stagione non la indosserà nessuno, l’unico modo per continuare a venderla con il nome di Totti. Una maglia che a breve finirà nello spazio: l’iniziativa è venuta in mente ai dirigenti della Roma, Totti l’ha accolta con piacere. Ne hanno parlato con Avio Group, azienda di Colleferro ma leader mondiale del settore. La divisa numero 10 sarà spedita in cielo da una base nella Guyana francese, insieme a un satellite a bassa quota per il controllo del territorio, come quelli usati da Google per Maps o per le previsioni meteo. Sarà il decimo lancio di Avio: dieci, come Totti. Una stella tra le stelle.