Monchi:
“Buongiorno a tutti. Uno degli obiettivi quando sono arrivato a Roma era riuscire a far tornare Lorenzo a casa sua. Stando qui con lui sono molto contento, credo che siamo riusciti a ingaggiare uno dei giocatori col potenziale più importante del calcio italiano. Per me, come direttore sportivo, è un motivo di grande soddisfazione”.
Hai avuto gli occhi di molte squadre addosso. L’amore per la Roma ha fatto la differenza? “Sicuramente tornare a casa era il mio obiettivo, penso sia stato molto importante la scelta che ho fatto. Andare via due anni per poi tornare. Ho trovato una società come il Sassuolo che mi ha aiutato al 150%, mi ha fatto esprimere e crescere in tutti i sensi, anche come persona. Un ringraziamento speciale lo devo al Sassuolo e anche al presidente che mi ha mostrato la sua fiducia. Ora sono qui, penso solo a questo”
A Monchi: cosa può dare tatticamente e tecnicamente? “Credo che possa darci molto. E’ un calciatore maturo, aveva già una maturità che al Sassuolo è aumentata. Penso possa darci sostanza, spicca in tutti i sensi e sotto tutti i punti di vista. Ottimo acquisto per la squadra”.
In cosa ti senti cresciuto? “Un pochino in tutto. Se due anni fa sono dovuto andare via è perché dovevo crescere e maturare, se oggi sono qui a livello calcistico ho fatto un percorso che mi ha portato a essere pronto. Soprattutto come uomo, mi ha fatto capire come è il calcio vero e come è la vita vera. A Sassuolo ho trovato molte persone che mi hanno aiutato anche emotivamente, a 18 anni non è mai facile andare via di casa dopo che sei abituato a varcare lo stesso posto per 10 anni. Mi ha aiutato molto calcisticamente e a livello morale”.
A Monchi: che sensazioni ha avuto dalla squadra negli Stati Uniti? “Buone, credo che siamo sulla strada giusta per ottenere quello che il mister chiede. Ci sono delle cose da migliorare, ma abbiamo affrontato Tottenham, PSG senza Neymar e Juventus e credo che sia stato importante. Sono tre squadre che hanno mantenuto la struttura dell’anno precedente, noi siamo una squadra nuova, con un nuovo allenatore e siamo stati capaci di competere”.
Ormai fai parte della nazionale, ci pensi al fatto che tra un anno ci sarà il mondiale? Rappresenta un obiettivo forte per te? Quanto può aiutarti giocare con Nainggolan, De Rossi, Strootman e Gonalons? “Sicuramente è un obiettivo, nel senso che uno deve porsi obiettivi e raggiungere il massimo. E’ normale, si sa come funziona, bisognerà vedere come andrà quest’anno, abbiamo un centrocampo forte. Non mi preoccupa molto, posso imparare da chi ha più esperienza di me, sfruttare tutto quello che viene messo in campo per rubare ai più grandi. Quest’anno spero di fare bene e di giocarmi bene le possibilità”.
A Monchi: a che punto è la trattativa per Mahrez? Eventualmente è credibile l’interesse per Emre Mor? “Questa domanda vale per tre (ride, ndr)? In quanto a Mahrez, la situazione non è cambiata rispetto all’ultima conferenza stampa. Voglio fare due riflessioni. Primo, una squadra come la Roma, con giocatori come Pellegrini, Strootman, Nainggolan, Dzeko, Fazio, Kolarov eccetera non può dipendere dall’esterno destro che arriva. Credo che la garanzia del rendimento di questa squadra è il collettivo che abbiamo. Se il primo messaggio è conformista, il secondo è ambizioso: Mahrez o no, chi arriva sarà un giocatore importante che darà qualità a una squadra magnifica”.
Sei qui quello che conosce meglio Di Francesco. Come mezzala che cosa chiede? “Noi lavoriamo su dei movimenti anche durante gli allenamenti. Il mister cerca di darci tante possibilità, tante linee di passaggio, cercando di muoverci tutti nella maniera che ci chiede lui. In campo il giocatore decide la soluzione migliore, lui cerca di darci questa impronta, in modo che sappiamo cosa possiamo fare. Alle mezzali chiede tanto lavoro, bisogna correre in avanti e all’indietro con la stessa frequenza, ci ho lavorato perché non ero molto abituato a questo. Per il resto è una cosa non tanto semplice da spiegare. Sicuramente ci vorrà un pochino di tempo prima che tutti interpretino nel modo giusto quello che chiede, ma c’è una disponibilità incredibile e riusciremo in breve tempo a fare bene quel che il mister chiede”.
A Monchi: è prossimo il rinnovo del contratto di Manolas? “Ho parlato molto con Kostas, gli ho trasmesso l’idea che abbiamo, altro non è che quello che ho già detto. I tempi li detterà il club, lui ha fiducia nella società e la società ha dimostrato di meritare questa fiducia. Partiamo da una fiducia reciproca”.
Tra i tuoi obiettivi c’è il diventare bandiera della Roma? “Era il mio obiettivo tornare, fin da quando ho deciso di fare esperienza altrove. Qui sono cresciuto, questa è casa. Da parte mia c’è tutta la disponibilità, sono contentissimo di essere tornato e di ritrovarmi in questa società così importante. Per il resto vedremo, ma c’è disponibilità ad andare avanti insieme”.
A Monchi: segue Emre Mor? Cuadrado? Come si sta muovendo per piazzare gli esuberi? “Oggi è Emre Mor, ieri era Rodrigo Caio. Non mi piace contestare nome per nome perché fa parte del mio lavoro cercare possibilità. Tutti i nomi usciti sono giocatori interessanti, che potrebbero essere obiettivi della Roma, è importante mantenere discrezione, non vorrei parlare pubblicamente, creerei confusione. In quanto alle uscite, stiamo lavorando tentando di trovare soluzioni, in alcuni casi siamo più vicini a trovarle, in altri più lontani. Abbiamo ancora un mese di tempo. Mi preme dire che è importante tener conto che si tratta di persone, non si tratta di obbligare nessuno ad andare in una destinazione non gradita e che nasca tutto da una scelta condivisa”.
Cosa hai notato di diverso in Di Francesco a Roma? “Se devo essere sincero, nulla. Nel senso che il mister, come anche il suo staff, sono sempre gli stessi. Veramente. Hanno sempre lo stesso modo di pensare, molti degli allenamenti si sviluppano come a Sassuolo. Di questo sono molto contento, si dice sempre che non sia facile gestire, vedere tante situazioni, quando magari basta essere se stessi”.
Hai mai avuto il dubbio sul fatto di poter tornare alla Roma? “Riguardo a gennaio, non avevo il dubbio di andare via dal Sassuolo. Non era un bel momento, stavamo passando guai a livello di classifica. Ho avuto modo di confrontarmi con i direttori, c’erano state queste offerte, anche da parte della Roma. Abbiamo deciso insieme di continuare fino a fine anno, anche dal mio punto di vista non era una bella cosa lasciare il Sassuolo in un momento in cui non lo meritava. Mi sembrava giusto, normale dare qualcosa in cambio. So benissimo che ci sono state squadre interessate, la cosa che mi premeva era sapere se la Roma fosse interessata. Il direttore mi ha aiutato molto, ci siamo sentiti anche durante l’anno, non ho avuto alcun dubbio”.
Da romano e romanista che sensazioni ti dà non poter giocare con Totti? “Un po’ dispiace (ride, ndr). Potevamo farlo giocare un altro anno. A parte gli scherzi, sono contentissimo. Stare qui è un onore. Per Francesco spero che continui a essere qui, questo non lo so, lo vedrà lui se vorrà. Ci sono Daniele e Alessandro, per me è bellissimo, è essere a casa. È normale che noi siamo nati e cresciuti qui, ci sentiamo in dovere di fare sempre qualcosina in più”.
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