Senza incantare, difendendosi fino a chiudere la partita sotto assedio, la Roma e Di Francesco hanno vinto a Bergamo e conquistato i 3 punti più difficili, fra tutte le grandi, della prima giornata. E’ bastato poco alla Roma per vincere la partita. E’ bastato un gol furbo di Kolarov, una punizione di sinistro che il serbo ha fatto passare sotto i piedi della barriera dell’Atalanta (nella fattispecie di Petagna) quando tutti, Berisha compreso, si aspettavano la palla sotto la traversa. Era il 31’ del primo tempo, fino a quel momento l’Atalanta aveva giocato un pochino meglio e costruito un po’ di più della Roma. Gomez, Kurtic e Petagna avevano avuto le occasioni migliori e nonostante le svariate e pesanti cessioni di quest’ultimo mercato si vedeva ancora l’anima, l’identità della squadra di Gasperini, come nella stagione scorsa. Il difetto non erano l’intensità, il ritmo, la forza atletica che hanno permesso all’Atalanta di spingere sempre più indietro la Roma. Il difetto era il livello tecnico che si è alzato solo con l’ingresso di Ilicic. La risposta della Roma, nel primo tempo, era racchiusa nelle conclusioni fuori porta di Dzeko e Defrel. Nel secondo, appena un tiro fuori di Dzeko. In tutto, se si esclude la punizione-gol di Kolarov, la Roma non ha mai tirato nello specchio.
DA RIVEDERE – Nella squadra di Di Francesco c’era ancora qualche giocatore un po’ distante dal contesto generale. Uno su tutti Defrel, quello che l’ex tecnico del Sassuolo conosce meglio: era sempre staccato dall’attacco romanista, mai coinvolto nel gioco. Ma anche la coppia di interni, Strootman-Nainggolan, era meno presente, meno incisiva della stagione scorsa: la prima preoccupazione era la posizione da tenere per non farsi sorprendere alle spalle, erano meno esuberanti, meno dirompenti di quanto eravamo abituati a vederli nel recente passato. La Roma ha completato con successo appena il 77 per cento dei passaggi e siccome sul piano tecnico siamo di fronte a giocatori di primo piano, significa che quella notevole percentuale di passaggi sbagliati era dovuta a distanze non corrette fra i reparti, a problemi di intesa e di movimenti.
IL LAVORO – Trattandosi della prima di campionato, molto lavoro andrà fatto e verificato, ma anche se per la Roma questa è una vittoria che pesa, le riflessioni del nuovo allenatore dovranno essere piuttosto profonde. L’insieme non è ancora soddisfacente e una squadra dal gioco collaudato come l’Atalanta (che, va ricordato, non perdeva da 5 partite contro la Roma) l’ha messo in difficoltà. Non ha convinto nemmeno la tenuta atletica, perché il finale è stato di eccessiva sofferenza: l’Atalanta ha occupato il campo romanista e se fosse stata più lucida, più precisa e meno calda davanti ad Alisson avrebbe pareggiato. Basta ricordare il palo che Ilicic ha colpito con un tocco di interno a un metro dalla linea bianca. Nel secondo tempo tutto atalantino hanno influito l’uscita dell’efficace Bruno Peres per infortunio (con l’inserimento di Fazio e lo spostamento di Manolas a destra: Gomez ha ripreso vivacità) e l’inserimento di Ilicic, la cui qualità è dote irrinunciabile per questa Atalanta. I 9 tiri a 1 a favore dei bergamaschi nel secondo tempo sono la cifra più chiara del disagio della Roma. Ma, come detto, resta il risultato, che è un grande risultato, anche perché dal campionato scorso è l’ottava vittoria di fila in trasferta, conquistata contro una squadra che non perdeva in casa dal dicembre scorso. Non è poco.