Era il 22 luglio quando Aleksandar Kolarov è arrivato a Boston per unirsi alla Roma e cominciare la sua nuova avventura sull’altra sponda del Tevere. L’esterno si è subito integrato nel gruppo, conosceva già De Rossi ed ha fatto coppia fissa con Dzeko. Serio, deciso in campo e mai un sorriso, alla fine del suo primo allenamento a Boston un addetto ai lavori del club gli ha chiesto di posare qualche minuto per i fotografi, ascoltata la richiesta Aleksandar lo ha prima guardato in cagnesco e poi, tra il serio e l’ironico, ha detto: «Hanno avuto tutto l’allenamento per fare foto». Non aveva tutti i torti, ma sin da subito l’esterno ha dato dimostrazione di personalità, con il passare delle settimane il suo temperamento è venuto a galla e in poco tempo è diventato un punto fermo della difesa di Di Francesco. Eusebio ha ottenuto il terzino sinistro che voleva (in attesa di Emerson che tornerà tra dicembre e gennaio), un uomo di spinta, spietato in campo, un lottatore che nella sua prima amichevole contro il Tottenham alla Red Bull Arena di New York si è fatto ammonire dopo 20 minuti.
PRENDERE O LASCIARE – Questo è Kolarov, piaccia o no. Si è beccato anche scritte sui muri da chi gli ha rimproverato il suo passato biancoceleste e striscioni poco eleganti dei suoi ex tifosi, ma lui ha preferito guardare avanti. Con Manolas è il calciatore più importante del reparto (i soli punti di riferimento su cui al momento si affida Di Francesco) ed ha segnato la prima rete della stagione a Bergamo che è valsa ai giallorossi i tre punti che hanno in classifica. Un pilastro anche in nazionale, martedì ha realizzato il gol dell’1 a 0 contro l’Irlanda, una botta da distanza ravvicinata che ha colpito la parte interna della traversa prima di insaccarsi in rete, diventata virale in pochi minuti sui social. Sabato sera Kolarov partirà titolare e con lui potrebbe iniziare anche Gonalons.
TRIPLETTA PATRIK – Il campionato è cominciato da tre settimane e i tre punti a Marassi sono determinanti per non finire a metà classifica già alla terza giornata. Per questo Di Francesco sta riflettendo se lasciare De Rossi in panchina sabato sera in vista dell’Atletico Madrid e dare campo libero a Gonalons. Il francese, però, non ha ancora preso confidenza col campionato italiano e potrebbe trovarsi in difficoltà nel ruolo di regista e diga davanti alla difesa. Daniele, invece, ha speso molte energie in nazionale e un turno di riposo lo aiuterebbe in vista del tour de force delle prossime settimane. In attacco Patrik Schick fa passi da gigante: il ceco ieri in allenamento ha segnato tre gol nelle partite contro la Primavera, di cui uno al volo da posizione centrale; non partirà dal primo minuto contro i suoi ex compagni perché lo stato di forma non è ancora ottimale, ma l’appuntamento è a martedì all’Olimpico per la Champions League. Bruno Peres e Karsdorp hanno ripreso ad allenarsi col gruppo, sabato il brasiliano si candida per giocare titolare, mentre l’ex Feyenoord punta alla prima convocazione. Domani arriva Pallotta e sabato vuole essere a Marassi.