In campionato già corre più veloce rispetto all’ultimo Spalletti, ora vuole far meglio anche in Champions. Non c’è occasione migliore di quella di mercoledì: a Baku in casa del Qarabag la Roma di Eusebio Di Francesco inseguirà una vittoria in trasferta che nella coppia più prestigiosa manca addirittura dal 2010, quando la squadra allora allenata da Ranieri si impose 3-2 a Basilea. Il ruolino europeo durante l’era Pallotta è deprimente, appena due successi in 17 partite giocate, con 20 gol fatti e 38 subiti, in mezzo due batoste con Bayern e Barcellona, una delusione interna col Manchester City e pure tre passi falsi in quattro gare contro squadre abbordabili come Cska Mosca e Bate Borisov. I prossimi rivali azeri valgono più o meno i bielorussi che la Roma di Garcia non riuscì a battere né all’andata né al ritorno nel 2015, pur passando il turno tra i fischi dell’Olimpico. La trasferta sarà complicata per motivi logistici – quasi cinque ore di volo da affrontare più due di fuso orario – e un’atmosfera che s’annuncia caldissima al di là della pioggia (tanto per cambiare) prevista mercoledì: per il Qarabag, umiliato dal Chelsea nell’esordio di Londra, è la prima storica partita interna in Champions, anche se gioca a Baku e da oltre 20 anni non può farlo nella sua città, Agdam, distrutta dalla guerra con gli armeni e disabitata dal 1993. «Non vediamo l’ora di sfidare la Roma – annuncia il tecnico Gurban Gurbanov – il sostegno dei tifosi ci darà una spinta in più».
Il club azero, primo a punteggio pieno nel campionato interno, ha venduto biglietti a prezzi stracciati (1 euro e 50 il settore ospiti) per riempire i 31mila posti del «Tofiq Bahramov», nei giorni in cui in città sono in corso anche gli Europei di volley femminile. Ma la Roma stavolta non ha scuse e ogni risultato diverso dalla vittoria sarebbe deludente. Impensabile passare il turno in un girone con Chelsea e Atletico Madrid senza ottenere il bottino pieno col Qarabag. A prescindere dalla qualificazione, i giallorossi hanno bisogno di uno scatto in campo europeo per prendere maggiore consapevolezza dei propri mezzi anche in campionato. I numeri finora sono dalla parte del tecnico abruzzese, che nelle prime cinque gare in serie A ha ottenuto due punti in più rispetto ai 10 fatti da Spalletti lo scorso anno. La squadra inizia a girare, crea e segna tanto, subisce meno di quanto si potesse pensare, ha molte più alternative e margini di crescita importanti. L’unico problema è lo stesso delle stagioni passate: dover sempre rincorrere qualcuno. Tra la sconfitta sfortunata con l‘Inter e la gara rinviata a Genova, la Roma è già staccata da Juventus e Napoli. Ma le carte per avvicinarsi non mancano. Dopo il Qarabag, ecco i test con Milan e Napoli intervallati dalla sosta per lanciare ufficialmente la candidatura al vertice. Ma prima c’è l’esame europeo. E per certi versi conta ancora di più: questione di soldi e prestigio.