Tutto, o quasi, secondo programma. Almeno per Pellegrini che ieri si è allenato con il gruppo e prenota – complice il ritardo di Strootman (che oggi farà un provino ma dovrebbe essere risparmiato per il Chelsea) – una maglia da titolare per la sfida contro il Napoli. «Ci sarò – la conferma del centrocampista a Sky – il dolore è sparito. Sarà uno scontro diretto e noi scenderemo in campo con delle certezze precise. Abbiamo fatto un buon inizio di stagione sia noi che il Napoli, per i primi posti sarà una sfida importante». Dispiaciuto «per aver saltato la Nazionale, ma era impossibile recuperare», Pellegrini aspetta i playoff di novembre («Ci sto già pensando») e sogna di andare in Russia con De Rossi e Florenzi: «Tre romani al Mondiale sarebbe una cosa unica». Intanto si gode la Roma per la quale in estate ha rinunciato ad un’offerta di 2,2 milioni più premi messa sul piatto dal Milan che, tramite Montella, gli aveva garantito anche un posto da titolare. Quello che nella Roma ad inizio stagione non aveva ma che si sta conquistando a suon di prestazioni. Qualche numero: in campionato 224 minuti giocati, 2 gare da titolare, 8 azioni create, 1 assist, 2 cross su azione, (90,7% dei passaggi riusciti, 127 su 141). Numeri che paradossalmente possono lasciare indifferenti se non si ha avuto modo di vedere Pellegrini giocare dal vivo. Nonostante la giovane età è lui a chiamare il pressing, a frapporsi spesso e volentieri nelle linee di passaggio avversarie e a far ripartire l’azione. È ancora a secco e il gol gli manca: «Mi piacerebbe sbloccarmi col Napoli», l’augurio.
QUEL GOL ANTI SARRI – Sempre in tema di reti, chi ha già giocato un brutto scherzo alla squadra di Sarri è Perotti. Se non fosse stato per l’acuto al 90’ dell’argentino nell’ultima giornata contro il Genoa, il 28 maggio scorso, la Roma avrebbe disputato per il secondo anno consecutivo i playoff di Champions, con tutti i rischi del caso che a Trigoria conoscono, purtroppo, bene. Un gol fondamentale per le casse del club ma paradossalmente quasi dimenticato dalla gente, offuscato com’è stato dall’addio di Totti che inevitabilmente gli ha rubato la scena. Che Diego si è subito ripreso, a partire dal ritiro di Pinzolo: «Il gioco di Di Francesco è l’ideale per me – ha raccontato ieri al match program societario – contro il Napoli sarà difficile, per me è più forte della Juve, almeno per il gioco che fa. Noi, però, proveremo a ‘fargli male’». Roma e la Roma gli sono entrate nella pelle. E anche fuori. Nei giorni scorsi, si è tatuato il Colosseo insieme al numero 8, il suo. A Milano è rimasto a guardare per problemi muscolari ma ora è pronto a riprendersi il ruolo di titolare della fascia sinistra d’attacco.
ATTESA PER SCHICK – Dovrà invece attendere ancora un po’ Schick. Nonostante l’attaccante negli ultimi due giorni abbia alternato lavoro individuale a quello effettuato con la squadra, Patrik ancora non è pronto. Di Francesco potrebbe risparmiargli anche la convocazione che sino a qualche ora fa il tecnico aveva pensato di regalargli soprattutto come incentivo morale. Dovrebbe invece essere arrivato il turno di Karsdorp. L’olandese ieri ha svolto la seduta per intero e a meno di ripensamenti, farà parte del gruppo. Rientrati i nazionali sudamericani Alisson e Fazio. Proprio l’argentino è in ballottaggio con Juan Jesus per affiancare Manolas.