L’Inghilterra dove non si vince mai, il Chelsea fortissimo e ferito, la rabbia di Antonio Conte, il ritorno di Morata e le ferite ancora aperte per la sconfitta col Napoli, con tutti i dubbi dell’estate che riemergono all’improvviso. La Roma stasera sfida tanti, forse troppi fantasmi, ma a volte nel calcio questa diventa la situazione ideale per sorprendere. Serve davvero un’impresa ai giallorossi per far risultato stasera allo Stamford Bridge (tutto esaurito e con Pallotta e Totti in tribuna) nella terza gara del girone di Champions contro i campioni d’Inghilterra. Anche loro a -9 in classifica dalla vetta del campionato, come la Roma alle prese con tanti infortuni, ma il materiale tecnico a disposizione di Conte rimane di grandissimo livello. Di Francesco, però, non si presenta a Londra da vittima sacrificale com’è giusto che sia. Dopo aver fatto allenare la squadra a Trigoria prima della partenza, in terra inglese parla con orgoglio: «Non firmerei assolutamente per il pareggio – dice il tecnico romanista – le partite vanno giocate. Non mi piace trasmettere ai miei giocatori l’idea di accontentarsi, commetterei un grave errore. So che è una partita difficile, in un campo non dico proibitivo ma dove tante squadre hanno sofferto. Noi comunque siamo qui per giocarcela».
L’errore da non ripetere rispetto a sabato scorso è quel «rispetto eccessivo» mostrato nei confronti del Napoli. «Voglio un approccio differente – prosegue Di Francesco – sapendo che di fronte avremo un’avversaria feroce che ha appena perso con l’ultima in classifica. Bisogna comunque preparare la partita per i 3 punti, è una tappa importante per rispondere anche alla sconfitta di sabato». Il ko col Napoli è stato un brutto colpo, ma secondo l’allenatore non c’è nulla di compromesso su nessun fronte. «Credo non ci sia un grande divario tra noi e il Napoli e questo deve darci forza, nonostante il risultato e gli ennesimi pali colpiti. Sono stato contentissimo della prestazione, abbiamo preso gol su un nostro assist. Col Chelsea dovremo avere lo stesso atteggiamento, cercando di essere più incisivi e di partire subito forte. In campionato dobbiamo recuperare il match con la Samp e il cammino è ancora lunghissimo. Nel calcio si vuole tutto e subito, io non la penso così. Stiamo crescendo e in Serie A la nostra è una delle migliori difese». Per questo cerca di non ascoltare le critiche, che ad esempio lo tirano in ballo nella gestione degli infortuni. «Sento parlare di tutto, a Roma è così ma non accuso la pressione. Sono il primo responsabile sono io. Detto questo, capita di avere infortuni, credo ci siano anche al Chelsea, nonostante Conte sia arrivato da più tempo».
Proprio per evitare altre sorprese ha fatto lavorare la squadra a Trigoria, visto che dopo il volo da 2 ore e mezza c’era poi da sobbarcarsi il lungo viaggio in pullman verso lo stadio. «Volevamo fare una rifinitura di qualità a Trigoria, cosa che non sarebbe potuto accadere qui. A Qarabag abbiamo perso Perotti alla vigilia e stavolta abbiamo preferito non rischiare». Rispetto alla formazione schierata col Napoli due cambi sembrano certi: oltre a Fazio al posto dell’infortunato Manolas, a centrocampo rientra Strootman per Pellegrini. Altre possibili soluzioni sono Gonalons e Under, ma De Rossi e Florenzi partono favoriti. In attacco non si tocca Dzeko, uno che in Inghilterra ha vinto due titoli. «Mi sento bene – dice Edin al fianco del tecnico in conferenza – ed è un momento importante. Sono felice di essere nella lista del Pallone d’Oro, adesso voglio fare altri gol. Al Chelsea non ho mai segnato, quindi è uno stimolo in più». Come il traguardo speciale che taglierà stasera: cento partite in giallorosso. «Non sembrava possibile raggiungerle dopo la mia prima stagione a Roma, speriamo di festeggiare con un bel risultato». Molto dipende proprio da lui.