«Niente è facile e nulla è impossibile». Lo slogan scelto ieri da Monchi spiega lo spirito con cui si avvicina la Roma alla gara di stasera col Chelsea. Un’occasione entusiasmante (e imprevista al momento del sorteggio dei gironi) si presenta all’Olimpico: battendo gli inglesi, i giallorossi sarebbero a un passo dalla qualificazione agli ottavi di Champions. In caso di un risultato diverso, invece, tutto resterebbe ancora aperto con due gare da giocare. Insomma è il caso di affrontare la corazzata di Conte senza troppi pensieri. Servirà una Roma migliore anche di quella splendida vista all’andata a Londra, capace di chiudere nella sua area i campioni d’Inghilterra per lunghi tratti, e di segnare tre gol. Il difetto nella serata di Stamford Bridge sono stati i «regali» fatti al Chelsea e puntualmente sfruttati da David Luiz e Hazard.
Di fronte ai 55mila attesi stasera all’Olimpico (record stagionale), di cui 1700 tifosi del Chelsea che verranno controllati e scortati fino allo stadio, Di Francesco si augura invece di veder confermata la solidità difensiva che ha consentito alla sua Roma di vincere le ultime tre partita per 1-0. «Voglio la stessa mentalità delle altre gare in cui potevamo fare dei gol in più – spiega l’allenatore – e siamo stati meno incisivi negli ultimi 20 minuti, ma la mentalità e la partita con il Chelsea all’andata deve essere un punto di partenza: cerchiamo di continuare questo percorso». Il segreto della tenuta difensiva sta nella voglia di tutta la squadra di iniziare la fase di contenimento nella metà campo avversaria. Un concetto alla base della filosofia «difranceschiana», recepito in toto dai giocatori dopo qualche difficoltà iniziale. «La nostra grande forza – prosegue il tecnico – in questo momento è quella di concedere poco agli avversari. Ultimamente di Alisson ricordo solo una grande parata col Bologna. Questo significa che lavoriamo bene in tutto il blocco, non solo la difesa. Poi se analizziamo quando prendiamo i gol troveremo sempre un difetto nostro, poi quando li facciamo noi siamo stati bravi. Quando qualcuno segna c’è sempre un margine di errore, il migliore è chi sbaglia meno». Sulla formazione non si sbilancia «per non dare vantaggi». Conferma solo che ci sarà Nainggolan, seduto al suo fianco in sala stampa e uno di quelli che ha riposato sabato scorso. «Chiederemo a lui dove vuole giocare adesso – scherza a proposito del ruolo – i calciatori vorrebbero esserci sempre ma poi capiscono che riposare serve a recuperare forze fisiche e nervose».
Stavolta il turnover restituirà una maglia da titolare anche a Kolarov sulla sinistra, mentre Florenzi è l’unico «superstite» tra i terzini destri. Manolas ha recuperato ed è convocato, al pari di Defrel, ma dovrebbe partire fuori e poi rientrare domenica a Firenze, con Fazio e Juan Jesus di nuovo coppia centrale in mezzo contro il Chelsea. A centrocampo, oltre al Ninja, spazio a Strootman e De Rossi, favorito su Gonalons a differenza dell’andata a Londra. Di Francesco s’immagina una partita tatticamente diversa e il suo unico vero dubbio è su chi completerà il tridente al fianco di Dzeko e Perotti: dovrebbe essere El Shaarawy, provato ieri insieme agli altri titolari, l’alternativa è Gerson o l’avanzamento di Nainggolan che carica così i compagni: «Ce la dobbiamo giocare, siamo in casa e spero ci sia lo stadio pieno. Ci sono tutti i fattori per fare bene. Se vincessimo, faremmo un bel passo avanti per il passaggio del turno». Un altro 1-0? Perché no, ma Radja avvisa: «Segnare solo un gol prima o poi lo potremmo pagare. E non fatemi più parlare di scudetto come ho fatto negli anni scorsi: stavolta non diciamo niente così magari arriva qualcosa di importante». A cominciare da stasera.