Immobile ci sarà, Nainggolan vuole esserci. Il derby di Roma gira intorno a questa importante differenza. È un derby ritornato grande: Olimpico esaurito, Lazio quarta a 28 punti e Roma quinta a 27 ma tutte e due con una partita da recuperare e perciò potenzialmente a -1 e -2 dal Napoli capolista. Per trovare di meglio bisogna risalire al derby del 17 dicembre 2000 — quello dell’autogol di Negro — con la Lazio campione in carica e la Roma prima in classifica pronta allo «scudetto».
Ciro Immobile, ieri, si è allenato e ha scacciato le paure. Non è facile rinunciare a 14 gol (capocannoniere) e 6 assist (primo in campionato). Ne ha fatto un ritratto ammirato persino Di Francesco: «Temo soprattutto Immobile, che attacca la profondità come pochi. Anche con l’Italia, nonostante ci fosse davvero poco spazio contro la Svezia, ha creato tre o quattro situazioni pericolose andando alle spalle della linea difensiva avversaria. Di questo dobbiamo tener conto». Simone Inzaghi non ha scoperto le sue carte per una questione di pretattica: «Ciro è un generoso che, in questi due anni, ha saltato 2 partite su 70. Risente ancora un po’ del problema accusato alla vigilia dell’Udinese: mercoledì in allenamento si è mosso abbastanza bene, giovedì il problema si è ripresentato e abbiamo preferito lasciarlo a riposo. La speranza di vederlo in campo c’è. Lui e Parolo potranno sfogare subito la rabbia per l’eliminazione dell’Italia».
Lo stesso discorso si può fare in chiave romanista per De Rossi, Florenzi e El Shaarawy, che saranno titolari. Il turnover, semmai, arriverà mercoledì in Champions, a Madrid, contro l’Atletico. Il punto interrogativo resta su Nainggolan, rimandato a casa dal Belgio per una lieve lesione muscolare ma impegnato oltre ogni limite per recuperare. Di Francesco ha sempre tenuto fede a una regola ferrea: gioca chi si è allenato al meglio. Per il Ninja (e per il derby) si può fare un’eccezione: «Su Radja deciderò all’ultimo. Spero di avere certe risposte perché vorrei farlo giocare. A differenza di altri giocatori può essere importante anche all’80%». La soluzione più logica resta Pellegrini titolare e il belga in panchina, magari per uno spezzone finale, ma il ballottaggio è aperto. Niente da fare per Schick, desaparecido da due mesi: «Non sarà convocato. Sta migliorando ma rientrerà in squadra solo quando sarà al top. Sta uscendo da una fibrosi e non possiamo rischiare ricadute. Non tutti i calciatori recuperano nello stesso modo dal punto di vista fisico e da quello emotivo». Un quadro un po’ inquietante.
Buone notizie, invece, da Emerson Palmieri, che ha giocato un’ora con la Primavera, e dalla Commissione etica dell’Uefa, che ha assolto i tifosi giallorossi dal sospetto di ululati razzisti contro Ruediger in Chelsea-Roma perché «il fatto non sussiste».